Omicidio Roversi: Marras incapace di intendere e di volere
CIVITAVECCHIA – Valerio Marras è totalmente incapace di intendere e di volere. È questa la conclusione alla quale è giunto il professor Romano Fabbrizzi di Grosseto, perito incaricato a giugno dal giudice per le udienze preliminare Giuseppe Coniglio eseguire la sua consulenza e valutare la capacità di intendere e di volere, la pericolosità sociale e la capacità processuale del trentenne reo confesso dell’omicidio della madre, Cristiana Roversi, avvenuta il 27 giugno 2019 all’interno della villetta di via Lucignani, nella periferia della città. La perizia era stata sollecitata dalla difesa del ragazzo, rappresentata dall’avvocato Tiziano Iervolino, e va di fatto ad avallare la tesi del consulente di parte, il medico legale Gino Saladini il quale già aveva sottolineato l’incapacità del ragazzo di intendere e di volere, contraddicendo in parte le conclusioni del perito della Procura, il dottor Stefano Ferracuti, il quale aveva parlato di “vizio parziale di mente”, una seminfermità mentale di fatto. Per i due consulenti di parte invece, sia quello della difesa, sia quello della parte civile Alessandro Meluzzi, e per il consulente del giudice, invece, così come confermato ieri durante l’udienza preliminare, Marras non era assolutamente in grado di intendere e di volere, confermando soprattutto un’elevata pericolosità sociale. Non potendo seguire la strada del rito abbreviato, trattandosi del reato di omicidio, il giovane è stato quindi rinviato a giudizio, con il processo che prenderà il via il 12 gennaio prossimo in Corte d’Assise. I giudici potranno quindi avvalersi della perizia disposta dal gup Coniglio e proseguire nel dibattimento su quelle basi, oppure disporne una nuova.