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Cittadini bersagliati dalle cartelle pazze

Si moltiplicano le richieste di pagamento per imposte non dovute a carico dei contribuenti. L’Equitalia-Gerit chiarisce: «Va valutato caso per caso, una sentenza del giudice o un provvedimento della commissione tributaria basta solo per una sospensione temporanea dell’attività di recupero. L’annullamento dell’iscrizione a ruolo deve essere comunicato dall’ente impositore» 

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CIVITAVECCHIA – La città bersagliata dalle cartelle pazze. Il fenomeno legato alle richieste esattoriali non dovute, che da tempo sta interessando i contribuenti della penisola, non ha risparmiato neppure Civitavecchia, dove aumenta il numero dei cittadini ai quali viene recapitata la richiesta. Numerose le segnalazione arrivate in redazione dagli utenti che tra i problemi connessi alla materia delle tasse, annoverano anche l’impossibilità da parte del Difensore civico di farsi garante del consumatore, a causa dell’inerzia politica sulla scelta di questa figura istituzionale, ma soprattutto perché in città le competenze dell’ombudsman sono sempre state limitate. Sta di fatto che le cartelle esattoriali della Equitalia-Gerit, società al 51% dell’Agenzia delle Entrate e al 49% dell’Inps che ha preso il posto del vecchio Consorzio Nazionale Concessionari, continuano a raggiungere anche quelle persone che hanno presentato ricorso contro l’iscrizione a ruolo, ottenendo giustizia con il riconoscimento di somme non dovute. Il Comune non ha più alcun legame con l’ente, considerato che le ultime cartelle per la Tarsu inviate ai cittadini risalgono al 2000. Rimane in piedi però il discorso riguardante l’Inps, l’Inail, l’Aci, le multe elevate dalle Forze dell’ordine e altre imposte, in molti casi non dovute ma richieste ugualmente ai malcapitati utenti. Non rimangono fuori ad esempio i Consorzi di Bonifica, che in alcuni casi hanno disposto in zona Santa Lucia dei recuperi coatti per un credito si esistente, ma determinato dalla mancata fornitura del servizio per il quale l’utente è tenuto a pagare. L’agenzia per la riscossione in sostanza ha disposto il fermo amministrativo di mezzi di trasporto privati oppure l’ipoteca sulla casa, pur avendo riconosciuto l’errore commesso all’atto della notifica del procedimento di riscossione forzata. I problemi aumentano quando il cittadino chiede la rateizzazione delle somme dovute: l’Inps ad esempio pretende una anticipo del 12%, mettendo in difficoltà i cittadini e la stessa società. Senza contare le difficoltà riguardanti l’annullamento di una cartella esattoriale. La sentenza di un giudice, o il provvedimento della commissione tributaria basta semplicemente a sospendere il procedimento attivato, che viene archiviato esclusivamente in base alla comunicazione dell’ente impositore che in alcuni casi non arriva mai. «Ho in piedi un contenzioso dall’estate – fa sapere un utente – per un imposta non dovuta mi trovo il veicolo bloccato. Cosa devo fare?». A chiarire questo aspetto, Enrico Zama, dirigente dell’Equitalia-Gerit di Civitavecchia: «Occorre valutare caso per caso – ha dichiarato – le colpe possono anche non essere del contribuente. Se ci sono sgravi, sospensioni o rateizzazioni – ha proseguito il responsabile degli uffici di via Togliatti – vanno esaminate attentamente, visto che in alcuni casi occorre rivolgersi all’ente impositore. Noi non possiamo decidere lo sgravio totale dopo aver ricevuto l’iscrizione a ruolo». L’ente impositore che non comunica con la società di recupero, un aspetto che mette il cittadino tra due fuochi, costretto spesso a pagare per colpe non sue.


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