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Desideri: «Civitavecchia sarà il primo porto del Mediterraneo»

Visita in città del consigliere regionale del Pdl che ha incontrato i cittadini per parlare di portualità, logistica ed economia: «Saranno le elezioni del federalismo fiscale che attendevamo da sessant’anni. La politica sarà strettamente legata al territorio, la gente capirà giorno dopo giorno l’importanza di avere un interlocutore serio e affidabile in Regione»

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CIVITAVECCHIA – Sviluppo del porto, federalismo fiscale, sanità, occupazione, formazione. Questi i temi approfonditi oggi dal candidato al consiglio regionale del Lazio Fabio Desideri in visita ufficiale a Civitavecchia. Un incontro al quale hanno partecipato anche molti giovani che hanno apprezzato molto il linguaggio ‘‘poco politichese’’ ma molto diretto e concreto del canditato. Ingegnere, consigliere regionale del Pdl alla Pisana e vicepresidente della commissione Urbanistica, Desideri propone una politica semplice e tecnica, che mira allo sviluppo del territorio secondo le sue caratteristiche peculiari.

«La mia visita qui oggi – ha spiegato Desideri – è per ribadire il ruolo centrale ed immancabile che ha nella Regione Lazio la città di Civitavecchia e la sua portualità. Una città purtroppo dimenticata dalla giunta Marrazzo nonostante sia di fatto l’ingresso marino a Roma e al Lazio, primo porto crocieristico italiano, con un milione e 800mila turisti all’anno, e il secondo d’Europa, dopo Barcellona. Il centrosinistra, in cinque anni, non ha tenuto conto dell’enorme importanza e delle grandissime potenzialità di questo scalo marittimo. È necessario quindi invertire la rotta investendo fortemente sul porto, attraverso progettualità e con il giusto supporto legislativo a livello regionale».

Desideri ha quindi poi ribadito l’interesse anche da parte del governo di fare di Civitavecchia un porto strategico per il sistema logistico del paese, assicurando che l’erogazione di 150 milioni di euro, assegnati dal Cipe in legge Obiettivo, per realizzare le opere marittime della nuova darsena traghetti per le autostrade del mare, e della darsena servizi per la pesca e le forze dell’ordine è ormai imminente. «Civitavecchia sarà il primo porto in assoluto nel Mediterraneo – ha precisato Desideri – ed inizieremo a lavorare insieme attraverso l’avvio dei cantieri per il completamento del corridoio tirrenico (Civitavecchia-Livorno), assieme alla trasversale Civitavecchia-Orte, che consentirà all’intero territorio di essere competitivo dal punto di vista logistico».

La parola d’ordine per rendere operative le poltiche economiche è il ‘‘federalismo fiscale’’, da sempre un vero ‘‘pallino’’ per l’esponente del Pdl, che fin da anni ne studia le varie sfaccettature. «Abbiamo impiegato circa sessant’anni per redere operativo il federalismo fiscale – ha sottolineato Desideri – principio che trova fondamento nella nostra costitutzione. Sarà una svolta epocale che cambierà in concreto anche la quotidianità del cittadino. La Regione diverrà ancora di più una istituzione fondamentale nel nuovo sistema. Il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni, attraverso l’attuazione del federalismo fiscale, comporterà la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa, comprensivi dei costi del personale e di funzionamento, nel bilancio dello Stato. Avremo un nuovo modo di attingere alle risorse caratterizzato dalla cancellazione della riserva dell’aliquota Irpef e la compartecipazione al gettito Iva come finanziamento per le funzioni essenziali. La politica sarà strettamente legata al territorio e i cittadini si accorgeranno dell’importanza di poter interagire con un interlocutore certo e affidabile in Regione». Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si snodano nell’arco di 7 anni: 2 anni per l’attuazione e 5 di regime transitorio.

«La legge – ha concludo Desideri -prevede innanzitutto l’istituzione di una commissione paritetica propedeutica per definire i contenuti dei decreti attuativi che dovranno essere predisposti entro 2 anni dall’entrata in vigore della legge. I decreti attuativi promaneranno dallo Stato, ma la loro attuazione sarà rimessa alle singole Regioni. Da qui l’importanza della futura consiliatura regionale 2010-2015, che getterà le basi per lo sviluppo della società dei prossimi 20 anni».

Mat. Mar.


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