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Il Sindaco: «Ennesima manovra diffamatoria»

La replica. Attacco all'onorevole Tidei

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CIVITAVECCHIA – «Apprendo che è in atto l’ennesima manovra per diffamarmi, con un tentativo peraltro maldestro di confondere fatti che tra loro non hanno alcuna connessione. Non me ne meraviglio, anche se provo orrore per una Repubblica dove vale il criterio del bue che può dire cornuto all’asino». Così il sindaco Gianni Moscherini commenta la divulgazione di trascrizioni parlamentari, che definisce non corredate, stranamente, da nessun comunicato ufficiale: «Non è una novità che io sia indagato per effetto di azioni mosse nei miei confronti dall’onorevole Pietro Tidei, ivi compresa la stessa interrogazione cui fa riferimento. Comunque, a breve renderò pubblica la prima indagine che ha interessato l’Autorità portuale e che l’ha vista oggetto di numerose perquisizioni. Ebbene, da quella vicenda – prosegue Moscherini – ne siamo usciti perfettamente indenni e a testa alta sia io che i dirigenti di allora, con un’archiviazione nella quale si sostiene che le accuse prodotte sono illazioni prive di ogni fondamento. Perciò nessuna novità se oggi c’è un procedimento nei miei confronti messo in piedi dagli stessi personaggi che, smentiti dall’archiviazione precedente, mi accuserebbero di aver chiesto i nominativi di coloro che erano indagati con me. Una cosa sciocca e ridicola, tanto più se considerata alla luce dell’archiviazione operata verso il teorema costruito ad arte da questi personaggi ed avente come unico scopo quello di cacciarmi dal porto. Sono convinto che il magistrato che dovrà decidere di questa questione, quando esaminerà il merito, saprà riconoscere la semplicità della mia persona e quindi l’impossibilità che io possa essere ritenuto colpevole o addirittura mafioso da chi, come dice Sciascia, dell’antimafia ha fatto un mestiere per sopravvivere politicamente. Faccio poi notare che tutto questo avviene in prossimità delle elezioni. Un metodo veterocomunista che non mi è certamente nuovo e che forse proseguirà fino a quando vivranno i degni rappresentanti di una tale aberrazione politico-ideologica, fatta di odio e rancore verso chi non la pensa come loro. Se l’onorevole Tidei – prosegue – pensa cheGIANNI dopo queste accuse io demorda o rinunci all’impegno di risanare la città materialmente e moralmente dai metodi simil-mafiosi utilizzati da qualcuno in passato, si sbaglia di grosso. Se pensa, inoltre, che io possa rinunciare alle iniziative che sono stato costretto ad assumere e che stanno aprendo uno spiraglio di luce su forme di abusivismo edilizio che riguardano lui e la sua famiglia, si sbaglia ancora di più. I cittadini non sono cretini come lui pensa che siano. Viceversa sono persone intelligenti, al punto da chiedersi come mai uno che si vanta (a parole) di essere “di sinistra” e “comunista”, in realtà sia uno degli uomini più ricchi del Lazio».


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