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«Io, definito uomo dell’Enel, fatto cadere da dirigenti della società e da esponenti di FI»

Chiarimenti sulla caduta della giunta del 2005 e sull’attuale situazione del Pdl

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CIVITAVECCHIA – «Io, definito uomo dell’Enel, sono caduto proprio per mano di alcuni dirigenti dell’Azienda». E’ partito dall’inchiesta nata sui presunti ‘‘favori’’ ottenuti per concedere l’ok alla riconversione a carbone di Tvn, Alessio De Sio, per tornare al 2005, quando 18 consiglieri firmarono la sfiducia ponendo fine alla giunta giudata dall’allora sindaco di Forza Italia. «Tutto si è deciso in un incontro svoltosi su uno yacht – ha spiegato – c’era un esponente di sinistra, ovviamente mio avversario politico, c’era un allora dirigente Enel e un esponente di Forza Italia: già allora volevano farmi fuori». Poi parla di Paolo Becchetti e dell’attuale situazione del Pdl. «Quando dice, riferendosi a me, ‘‘se mi avesse ascoltato non sarebbe caduto”, cosa ha voluto dire? Che Becchetti non mi vuole bene è risaputo da tempo, dallo stesso 2005 – ha aggiunto – oggi mi scocciano le sue dichiarazioni: prima fa il mio nome per ‘‘uccidermi’’ politicamente, poi interviee di nuovo per chiarire alcuni aspetti, infine ecco il consigliere Marino, vicino a Moscherini, che ne tesse le lodi. Anche a questa casualità non credo. Che si sia prefigurando la situazione in cui Becchetti andrà a ricoprire la figura di commissario del Pdl? Ovviamente se sarà un moscheriniano sarà seguita una linea, altrimenti sarà necessario percorrerne un’altra, con i problemi legati anche ai due assessori in carica e al gruppo consiliare. Per il Pdl va azzerato tutto: ben venga un commissarario, ma non di Civitavecchia».


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