Pubblicato il

«L’ex polveriera piena di amianto»

Tarquinia. Lo dimostrano i risultati delle analisi effettuate nel 2006 e lo confermano le interrogazioni parlamentari dell’onorevole Maurizio Turco Appello di Luigi Daga al sindaco Mauro Mazzola affinché dichiari l’inagibilità del sito: «Impossibile l’ultilizzo dell’immobile per i campi nomadi e per altre presenze umane»

Condividi

TARQUINIA – Già il 30 novembre 2006 era stata rilevata una consistente e pericolosa quantità d’amianto all’ex polveriera. A ricordarlo è Luigi Daga che sottolinea come quei locali sono inagibilie pertanto è impossibile ieri e lo è oggi l’utilizzo dell’immobile per i campi nomadi e per qualsiasi altra presenza umana. La conferma arriva anche dall’onorevole Maurizio Turco e da altri cinque deputati. Già a settembre l’onorevole Turco aveva presentato un’interrogazione al ministro della Difesa, relativa alla presenza, in alcuni siti di Tarquinia, di elevata quantità di amianto. «Con diversi certificati di analisi chimica, in data 30 novembre 2006 – spiega Daga – si dichiarava che presso numerose installazioni militari, le analisi effettuate nel laboratorio dello ‘‘Studio Altieri’’, in Roma, laboratorio munito delle specifiche attrezzature (MOCF, RX), autorizzato dal ministero della Sanità per le analisi sull’amianto, avevano rilevato la presenza a Tarquinia di elevate quantità di amianto del tipo crisolito e crocido lite. Nello specifico: sono state rilevate, dopo accurate analisi, tracce di amianto nelle lastre ondulate di copertura presenti nell’edificio deposito esplosivi, nelle lastre ondulate di copertura del parcheggio macchine, del deposito esplosivi; nelle lastre ondulate di copertura dei depositi dismessi di Tarquinia. E ancora nelle coperture e pareti dei canili e nei moduli cellette stagne presenti presso l’impianto ‘‘Cerimant’’ di Tarquinia». Quegli immobili non sono mai stati bonificati, tanto che i parlamentari in questione chiedono l’immediata chiusura a tutela della salute del personale militare e civile, degli abitanti della zona. «Il Sindaco – dice Daga – che per legge è autorità sanitaria locale, dichiari l’inagibilità del sito con le motivazioni contenute nelle analisi del laboratorio e nell’interrogazione parlamentare».


Condividi

ULTIME NEWS