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«Vandali, drogati e stranieri: troppi problemi in questa città»

S. MARINELLA. Dopo le opposizioni, anche i cittadini della Perla mettono in evidenza problemi di carattere sociale Aldo Carletti: «Questo quadro desolante dovrebbe far riflettere chi ha la responsabilità di indirizzare la vita sociale»

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S. MARINELLA – Dopo le opposizioni, anche i cittadini della Perla del Tirreno mettono in evidenza i problemi di carattere sociale che investono questa località. Vandali, drogati e stranieri senza permesso di soggiorno: sono queste le motivazioni che creano rapporti difficili tra l’amministrazione comunale e alcune forze politiche e sociali. «È da diverso tempo che S. Marinella è teatro di accadimenti che influiscono negativamente, soprattutto dal punto di vista sociale, sulla vita civica degli abitanti della cittadina – dice Aldo Carletti – riassumo gli aspetti più preoccupanti che dovrebbero essere oggetto di attenzione della classe politica, colpevole di un silenzio allarmante. I fatti di cronaca, evidenziano sempre di più, un innalzamento del consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, diverse inchieste giudiziarie hanno individuato S. Marinella come un centro anche dello smistamento delle suddette sostanze e questo traffico ha portato all’arresto e detenzione di diversi residenti. Tempo fa, due ragazzi minorenni sono stati sorpresi mentre lanciavano pietre da un cavalcavia dell’autostrada Roma-Civitavecchia». «Quasi quotidianamente – continua Carletti – arrivano denunce ai giornali locali di atti vandalici, di parchi utilizzati a mo’ di dormitori da parte di barboni e senza casa, sempre più numerosi. Gli arredi urbani sono oggetto di sfregi che soltanto menti offuscate possono giustificare. Insomma un quadro desolante che dovrebbe far riflettere chi ha la responsabilità di indirizzare la vita sociale, attraverso iniziative utili alla formazione della coscienza civile di ognuno di noi». «Invece – prosegue Carletti – S. Marinella è vuota d’idee aggreganti, non si vedono all’orizzonte proposte che facilitino l’associazionismo (lo stare insieme in luoghi preposti diminuisce il randagismo sociale); ai ragazzi niente è proposto, per i ragazzi niente si fa (banda musicale, iniziative teatrali che potrebbero interessare ed educare allo studio e alla cultura, riunioni tematiche con educatori, psicologi, docenti) per non parlare poi degli adulti a cui non ci si rivolge mai per proporre iniziative aggreganti (palio dei Rioni, festa dei quartieri, coinvolgimento su un ipotetico decentramento di iniziative estive nei posti più caratteristici della cittadina)». «Questi – conclude Carletti – sono alcuni esempi che certificano una cittadina abbandonata dal punto di vista sociale. La politica e gli amministratori, tanto potrebbero fare se solo si accorgessero in quale tipo di società sono costretti ad operare».


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