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Lettera aperta ad Aldo Carletti …

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Leggere il suo articolo comparso il 9 ottobre c.a sul quotidiano la voce mi ha riempito l’animo di una sottile speranza ed ho pensato: “forse qualche cittadino sta cominciando a rendersi conto di quello che veramente succede a Santa Marinella.”

Non voglio dipingere questa cittadina come “la perla nera” della nostra nazione, tutto il mondo è paese, tutta la nazione è paese, tutto quello che succede in santa succede a Roma come a Milano come a… come a… Ma noi, quando abbiamo voluto scegliere un giovane, come Sindaco, lo abbiamo fatto nella speranza che l’energia che poteva sprigionarsi dalla sua gioventù portasse vigore, entusiasmo, innovazione, rivoluzione, ed invece ci rispecchiamo nella realtà in cui vive il nostro Paese, ovvero si vive e convive con i vecchi sistemi di clientelismo, come tutte le parti d’Italia, ovvero, si respira aria di progetti, fiumi di parole, sbattiture di sedie, pugni sui tavoli e non perché non fai, ma perché NON devi fare, altrimenti rompi alcuni loro equilibri.
Santa Marinella ha come ricchezza una delle coste più salubri di tutto il Tirreno, ma il degrado e l’abbandono regna sovrano per 10 mesi l’anno, lo sfruttamento e l’arrembaggio di come va va purchè si incassino soldi, (a scapito di un buon turismo.) per i restanti due mesi. Io ho avuto il coraggio di denunciare la cosa, il risultato è stato, per il momento, che dovrò difendermi, mettere la mano in tasca al mio vuoto portafoglio, la mia soddisfazione sarà quella di chiamare come testimoni: il Sindaco, il vice Sindaco e qualche assessore, ossia vengo messa in condizione di costringere i notabili della città a dire davanti ad un giudice che quanto da me scritto risponde a verità, ai querelanti, invece, rimarrà la sensazione di aver giocato con un boomerang, (almeno spero). Siamo ricchi di reperti archeologici, (è di questi giorni il censimento fatto dal sig. Liberati) ma è stato evidenziato con maniere forti e con foto inequivocabili il loro stato di abbandono. Rimaniamo impassibili ed assistiamo al lento declino di questa cittadina, dove le fioriere abbandonate sui nostri marciapiedi, il panorama munito di tanto abbandono e ricco di molto pressapochismo delle nostre spiagge, il lamento dei nostri alberi che reclamano manutenzione rinvigorimento fanno da cornice a questa cittadina che tanto ha e che tanto potrebbe offrire. E mi chiedo: che significato Ha chiamare Santa Marinella la “Perla del Tirreno”? è uno sfottò od è sinonimo della speranza di una lenta di ripresa? Ecco perché leggerla mi ha riempito l’animo di quella sottile speranza dettata dalla certezza e consapevolezza che se volessimo veramente si può cambiare, e si può cambiare costruendo sulle basi della nostra voglia di vivere bene per il bene nostro e di quelli che verranno dopo di noi. Vorrei che quanto da lei scritto, e che per me, in questo momento, suona come il canto di un usignolo, non rimanesse come una voce nel deserto, ma fosse l’inizio di un mega concerto, diciamo quello di Vasco Rossi quando in una delle sue meravigliose canzoni canta:”Vorrei trovare un senso”

Grazie, caro concittadino sconosciuto.

anna maria lattanzi


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