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L’Ater si difende: «Quelle modifiche erano necessarie per le vie di fuga degli spettatori»

IMPIANTISTICA. Continuano le polemiche relative ai campi di calcio a 5 di San Liborio: con i lavori dell’Ater omologato uno dei due campi

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Continua la telenovela riguardante i campi di calcetto di San Liborio. Nei giorni scorsi l’esponente di Futuro e Libertà Daniele Ceccarelli e l’assessore all’urbanistica Nunzi si erano sfidati a colpi di comunicati stampa tirando in gioco anche il ruolo dell’Ater nei ritardi relativi alla consegna dei campi di gioco. Pronta è arrivata la risposta dell’Ater che, con un comunicato stampa, ha sottolineato le modifiche dovute apportare al progetto di Nunzi per correggere gli errori commessi, come ad esempio quelli relativi al certificato prevenzione incendi. L’azienda ha affermato di aver dovuto correggere il progetto iniziale per non creare impedimenti alle via di fuga degli spettatori e di aver anche apportato modifiche relative ai servizi igienici, non a norma seguendo il progetto di Nunzi. L’assessore all’urbanistica, nei giorni scorsi, aveva ironizzato sulla richiesta di omologazione da parte dei campi affermando l’obbligatorietà del parere del Coni solo per impianti olimpici. Anche in questo caso l’Ater è sembrata chiara affermando l’obbligatorietà del parere del Coni nella creazione degli impianti sportivi di San Liborio. Anche alcuni documenti forniti dal Coni sembrano dar ragione all’Ater, in particolare il decreto ministeriale del 18 marzo 1996 n.61 nel quale si afferma l’obbligatorietà dell’omologazione per i campi con presenza spettatori superiori alle 100 unità. I lavori portati avanti dall’Ater hanno di fatto reso omologato uno dei due campi mentre l’altro campo sarà usufruibile solamente senza spettatori. (Lu.Gro.)


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