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Made in Tarquinia in rete con il DiVino etrusco

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TARQUINIA – Valorizzare i prodotti locali e metterli in rete con la ristorazione di qualità: questi gli obbiettivi del progetto ‘’Made in Tarquinia’’ uno dei fiori all’occhiello dell’Università Agraria, messo in rete con il DiVino Etrusco: il mix davvero esplosivo è garanzia di successo. “Il non avere una tipicità marcata ed esclusiva, ma un paniere di prodotti locali di grande qualità – spiega il consigliere Armando Palmini – è uno dei punti di forza della nostra città. Da tempo lavoriamo ad un disciplinare che possa radunare sotto lo stesso marchio chi produce e trasforma prodotti Made in Tarquinia, garantendo qualità e tutela ai consumatori, costi ragionevoli ed utili ai produttori. Un confronto delicato che comincia a dare confortanti segnali”. “Un doppio binario in cui si affianca la selezione di produttori di qualità con la rete dei ristoranti della città – continua Palmini – una vetrina fatta di grande professionalità, ma anche un modo nuovo di fare sistema per combattere la crisi e motivare al consumo turisti e non solo”. Come già accaduto in occasione della Festa della Merca, durante il DiVino Etrusco, i ristoranti proporranno menù realizzati esclusivamente con prodotti locali, una sapiente elaborazione basata sulla stagionalità e su prodotti freschi. Accorciare la filiera per dare qualità e ridurre i costi, un esperimento che ha già dato buoni  risultati nelle recenti sperimentazioni. I ristoranti partecipanti saranno segnalati con appositi totem e muniti di un segnale che ne certificherà l’uso di prodotti locali.”Sulla stregua di quanto fatto già dall’amministrazione comunale – spiega Maurizio Leoncelli, consigliere delegato al Turismo – sarà lanciato il marchio ufficiale dei prodotti Made in Tarquinia, ispirato al brand turistico. L’Università Agraria deve diventare un punto di riferimento del turismo enogastronomico, creando la rete dei produttori e collaborando con le realtà presenti sul territorio. Fondamentale, creare situazioni in cui favorire la commercializzazione. Uno sforzo che guarda soprattutto alla mentalità di chi produce, creando sempre maggiori presupposti per l’incontro con i fruitori finali. Simili impegni anche di natura economica in rapporto alle realtà produttive rappresentano un dovere per enti come l’Università Agraria”.


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