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Montalto, 2mila persone contro il nucleare

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montaltoMONTALTO DI CASTRO – Almeno in duemila sulla spiaggia e sul lungomare di Montalto di Castro si sono uniti alla grande catena umana per fermare il nucleare in uno dei siti più probabili per il ritorno al nucleare in Italia, tutti pronti a votare il loro Sì ai referendum del 12 e 13 giugno. Dopo l’enorme successo delle catene umane in tutta Italia, da Caorso a Chioggia, passando per Termoli, Nardò e Scanzano Jonico, la manifestazione antinuclearista di Montalto, indetta dai Comitati Antinucleare del Lazio di cui Legambiente è tra i promotori e gli animatori, si inserisce nella più ampia mobilitazione europea, “Insieme contro il nucleare” che si è tenuta nel canton Argovia in Svizzera, in favore dell’abbandono dell’atomo e verso un futuro rinnovabile. Al segnale stabilito, tutti i manifestanti si sono sdraiati sulla sabbia, mimando una catastrofe nucleare, per simulare il pericolo. Un flash mob con tute bianche e maschere antigas è scattato al suono delle sirene antinucleari, con barche in mare che si sono avvicinate alla costa con striscioni e bandiere, mentre un enorme volantinaggio riempiva tutta la spiaggia. Attivisti, cittadini, istituzioni tutti insieme lungo la spiaggia, per affermare l’insostenibilità del nucleare. Il coloratissimo corteo poi é proseguito lungo tutta la spiaggia, raccogliendo l’adesione e il sostegno di altri bagnanti che si sono uniti spontaneamente alla catena umana. “Il pericolo dell’atomo è condiviso da tantissimi cittadini italiani, oggi più che mai intenzionati ad andare a votare ai referendum di giugno per fermare il ritorno del nucleare in Italia, dopo la bella e colorata catena umana nel luogo simbolo della vittoria antinucleare del 1987, chiediamo alla Presidente Polverini di esprimersi con chiarezza contro il nucleare, abbandonando ogni reticenza -ha detto Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Altro che inutili moratorie e decreti truffa, nelle prossime settimane con i comitati referendari moltiplicheremo le occasioni di informazione e discussione, con una tenda democratica di fronte alla Camera dal 23 al 25 maggio e poi nel week end del 4 e 5 giugno centinaia di gazebi pro referendum in tutto il Lazio”.  “Montalto di Castro – ha detto Legambiente – è al centro del nuovo folle programma nucleare del Governo italiano, con un ipotetico progetto di costruire ben due reattori nell’alto Lazio, dove era già in costruzione la quinta centrale nucleare italiana, poi fermata da un’alluvione e definitivamente dal referendum del 1987″. Mentre rimane tragica la situazione delle centrali giapponesi, Legambiente torna anche a chiedere alla Regione Lazio di chiarire immediatamente la situazione dei depositi temporanei di rifiuti radioattivi delle centrali nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano nel Lazio, riconvocando il tavolo cosiddetto della trasparenza con la Sogin che è sparito da tempo. “In questi anni a Montalto, come in molti degli altri territori italiani usciti dall’incubo nucleare, il turismo è cresciuto, si è sviluppa una florida agricoltura, si è scelta la strada delle rinnovabili, la strada dell’atomo porterebbe un assurdo duro colpo all’economia e alle popolazioni – ha detto Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -. Nonostante la scarsa informazione sui grandi mezzi di comunicazione, siamo pronti a vincere di nuovo con i SÌ ai referendum del 12 e 13 giugno contro il nucleare e per l’acqua pubblica”. Il consigliere regionale del PD, Giuseppe Parroncini, da parte sua ha detto: “Siamo riusciti a dare vita ad una catena umana colorata e simbolica per dire un no netto al ritorno dell’atomo. Una protesta che a Montalto di Castro poi ha un sapore diverso: proprio qui, in provincia di Viterbo, c’è il sito più indiziato per la realizzazione della centrale nucleare più grande, sulla quale i cittadini si sono peraltro già espressi 25 anni fa. Ma la folta presenza, unita al coinvolgimento di bagnanti e turisti che hanno guardato con molto favore all’iniziativa è l’ulteriore dimostrazione che la strada voluta dal governo è sbagliata. E il 12 e 13 giugno sta a noi farglielo capire”. Gli ecologisti democratici  hanno inoltre voluto ribadire la loro posizione: “Votare sì, contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua e contro il legittimo impedimento”. “Crediamo – hanno detto – che nelle prossime settimane ci debba essere una vera mobilitazione di popolo, un sussulto di orgoglio e di indignazione a partire da martedì 24 maggio, giorno in cui si voterà la moratoria del Governo sul nucleare. È giunto il momento che le persone che hanno a cuore il loro futuro e quello delle future generazioni scendano in piazza, si mobilitino, difendano il proprio diritto di scegliere e votare perché ci sono momenti in cui non si può rimanere indifferenti.” Tra i presenti anche il presidente nazionale dell’associazione ambientalista “Fare Verde” Massimo De Maio, che ha lanciato un appello a tutti i cittadini a votare in massa il referendum andando “aldilà degli schieramenti partitici”.


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