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Offese e svastiche contro un ebreo

Grave episodio di razzismo nella Perla. Una banda ha imbrattato i muri della casa di un santamarinellese Tra le ipotesi una ‘‘vendetta’’ da parte di un gruppo di ragazzi invitati nei giorni scorsi ad evitare schiamazzi. La vittima: «La zona è priva di controlli. Perché il Sindaco non interviene?»

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SANTASANTA MARINELLA – Un grave episodio di razzismo e vandalismo ha colpito un cittadino della Perla. Scritte vandaliche contenenti insulti razzisti, svastiche e minacce, sono state trovate da M.D.R., di origini ebraiche e residente in via Innocento XI, nella giornata di lunedì. Tale episodio, a detta dell’uomo, sarebbe da ascrivere ad una sorta di ‘‘vendetta’’ che alcuni ragazzi gli avrebbero riservato a seguito dei rimproveri dell’uomo, che chiedeva di evitare schiamazzi sotto la sua abitazione. «Sapete – afferma il malcapitato – quale è la mia colpa? Di aver chiesto più volte a questi ragazzi di non danneggiare, di non urlare bestemmie, di non entrare coi mezzi nella zona pedonale a forte velocità, quando per poco non mi ammazzano una figlia». M.D.R. non risparmia di critiche l’amministrazione comunale, in quanto la zona in cui risiede, sarebbe priva di controlli. Via Innocenzo XI, ricordiamo, è una traversa di via della Libertà, a due passi dalla sede della polizia municipale. «Se succedese a Roma – dichiara il cittadino – interverrebbe la Digos, se si sapesse chi fosse, sarebbe arrestato, invece lei che farà signor Sindaco? Sono anni che sa quello che succede su quella piazzetta, anni che alza le spalle, se non riesce a fermare 10-15 teppisti che sa benissimo chi sono, se non riesce a tutelare l’unico centro storico del paese, se non riesce a mettere una sbarra che impedisce l’accesso ai motorini o a mettere una telecamera, perchè non si dimette?». «Santa Marinella – conclude M.D.R. – è un paese amato da molti ebrei romani, che passano da generazioni le loro vacanze, e non solo, nel paese. I rapporti con le istituzioni sono sempre stati ottimi, anche perchè gli ebrei sono un popolo civile di lavoratori. Sarebbe educativo provare le sensazioni di amici che sono scappati dai lager tedeschi, o che hanno visto le madri o i fratelli deportati ad Auswhitz, vedendo queste scritte». (A.D.A.)


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