Pubblicato il

"Camera iperbarica, dalla Croce Rossa una rinuncia improvvisa"

Il presidente dell’Autorità portuale Fabio Ciani chiarisce le tappe che hanno portato al dietrofront del comitato locale sulla gestione della struttura. Nonostante la disponibilità data per oltre un anno e i successivi contatti avuti con Molo Vespucci l’ente si è improvvisamente tirato indietro per la mancanza di alcuni requisiti essenziali di sicurezza

Condividi

CIVITAVECCHIA – Sulla vicenda della camera iperbarica interviene il presidente dell’Autorità portuale, Fabio Ciani: «Fino allo scorso 25 gennaio la Croce Rossa Italiana aveva sempre ribadito la propria volontà e possibilità di assumere a proprie spese la gestione della camera iperbarica – fa sapere – e di allestire una postazione di primo soccorso in porto. Poi improvvisamente – chiarisce il numero uno di Molo Vespucci – senza avanzare ulteriori richieste o confrontarsi sulla possibilità di un intervento dell’Authority per contribuire alla messa a norma della struttura, la CRI ci ha comunicato di rinunciare a prendere in affidamento la gestione della camera iperbarica. Per questo motivo – spiega Ciani – l’ente sta valutando strade alternative a quella imboccata nel 2008, dopo che la Asl Roma F per mancanza di fondi non è mai riuscita a creare il polo di medicina di mare, in base all’intesa sottoscritta nel 2003 dalla Regione Lazio, nel quale sarebbe dovuta rientrare anche la camera iperbarica». Fabio Ciani fa chiarezza su alcune dichiarazioni apparse nei giorni scorsi sugli organi di informazione, ricostruendo tutta la vicenda nella parte riguardante i rapporti intercorsi tra l’Autorità portuale e la Croce Rossa Italiana ed evidenziando la continua corrispondenza tra l’Ente da lui presieduto e il comitato locale CRI, iniziata a luglio del 2008 e conclusa a febbraio di quest’anno, per l’affidamento e la gestione della camera iperbarica, dopo quest’ultima era stata trasferita nella zona a nord del porto. «Il 16 luglio 2008 – sottolinea Ciani – l’allora commissario della CRI di Civitavecchia, Piero Generali, rinnovava l’impegno a garantire il servizio di medicina iperbarica, l’apertura di un ambulatorio di primo soccorso e il servizio di trasporto infermi. Il 30 settembre dello stesso anno – spiega – il Comitato portuale all’unanimità esprimeva parere favorevole al rilascio della concessione demaniale alla CRi per l’affidamento e la gestione di un presidio medico con camera iperbarica. Il 21 gennaio 2009 – riferisce ancora il presidente – l’Autorità portuale invitava la Croce Rossa Italiana a mettersi in contatto con l’ufficio demanio dell’Ente al fine di definire gli aspetti di natura tecnico amministrativa, propedeutici al rilascio della concessione demaniale per l’affidamento e la gestione della camera iperbarica». Aspetti che hanno fatto si che la CRI, a marzo dello scorso anno, confermasse il proprio interesse chiedendo di valutare la possibilità di ricorre all’anticipata occupazione dell’area, nelle more del rilascio della concessione. Tanto che il 1° gennaio 2009 la CRI ha comunicato che «entro la fine del mese di gennaio 2010 il comitato di Civitavecchia sarà in grado di allestire la postazione di primo soccorso e la gestione della camera iperbarica per il trattamento d’urgenza». Motivo per cui l’Authority il mese prima ha convocato per il 18 gennaio il rappresentante legale per il rilascio della concessione e la consegna formale dell’area. Intanto qualcosa è cambiato. Con lettera del 15 gennaio 2010 il comitato ha comunicato l’impossibilità a partecipare all’incontro per problemi organizzativi, chiedendo una nuova data che l’Autorità portuale ha subito fissato per il 1° febbraio 2010. «Dopo questo invito – prosegue Ciani – l’Autorità portuale ha ricevuto, il 25 gennaio 2010, una nuova lettera da parte del comitato locale CRI che rinunciava «a prendere in affidamento e gestione la camera iperbarica, in quanto la suddetta non possiede le caratteristiche tecniche per il soddisfacimento dei requisiti essenziali di sicurezza, essendo entrata in vigore la norma tecnica UNI EN 14391». «Solo in questa ultima comunicazione – spiega Fabio Ciani – il comitato locale CRI, che fino ad allora aveva sempre confermato la propria disponibilità a gestire la struttura, ha motivato la rinuncia con la carenza di alcuni requisiti tecnici di sicurezza, la cui applicazione è stata peraltro indotta come norme dello scorso anno. Inoltre – prosegue – nessuno della CRI ha chiesto all’Authority di valutare la possibilità di intervenire economicamente per consentire la messa a norma, limitandosi invece il commissario Micaela D’Andrea a formalizzare direttamente la rinuncia». In seguito alla rinuncia l’Autorità portuale ha verificato la possibilità degli altri soggetti per l’affidamento della struttura, tra cui l’associazione Volontari Francesco Forno che già gestiva la camera iperbarica.


Condividi

ULTIME NEWS