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"Di Ludovico deve capire che è decaduto"

Reginella attacca il presidente dell'Ater accusandolo di non aver prodotto nulla in cinque anni. Il numero uno dell’ente replica: «Non so chi sia, comunque dimostra di non conoscere la legge»

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CIVITAVECCHIA – E’ ancora polemica sull’Ater. L’11 agosto scorso comparvero sui muri della città dei manifesti che esprimevano soddisfazione per l’uscita di scena del presidente Gianfranco Di Ludovico, a seguito dell’insediamento della nuova giunta regionale. Manifesti anonimi, peraltro, di cui nessuno si è preso la responsabilità a dimostrazione del clima negativo che c’è in città sulla questione dell’edilizia popolare. Poi la bufera sul quartiere De Sanctis, con l’assessore alla Casa Giancarlo Frascarelli che ha convocato per domani mattina un tavolo tecnico congiunto invitando l’Ater e l’opposizione. Oggi le dichiarazioni al vetriolo del consigliere comunale del Pdl Fabrizio Reginella che invita il presidente Di Ludovico a considerare decaduto ad ogni effetto di legge il Cda dell’Ater, diffidandolo dal corrispondere ai componenti qualsiasi emolumento dopo il 10 agosto scorso. «Se non ricordo male – ha infatti spiegato Reginella – anche l’allora direttore Mauro Nunzi fu costretto a recuperare gli emolumenti corrisposti in più ai consiglieri per analogo motivo. Di Ludovico torni definitivamente dove era prima e si faccia un esame di coscienza su quanti danni ha arrecato alla città, lui e chi ce lo ha mandato». Secondo il consigliere del Pdl, infatti, oggi Di Ludovico, che solo qualche giorno fa era apparso sulla stampa con un’intervista a 360 gradi sulla situazione dell’edilizia popolare cittadina, «non deve più parlare perché non è più il presidente dell’Ater. È decaduto dalla carica il 10 agosto scorso – ha chiarito Reginella – per effetto della norma statutaria regionale. Questa normativa prevale su ogni disposizione organizzativa degli enti da essa dipendenti e su ogni precedente previsione legislativa con essa in contrasto. Di conseguenza i componenti del Cda Ater, presidente compreso, sono decaduti il novantesimo giorno successivo alla prima seduta del consiglio regionale. Tale normativa non prevede alcun regime di prorogatio». Tale regime era stato completamente abrogato dalla legge regionale n. 12 del 93, che prevede la decadenza degli organi quarantacinque giorni dopo la loro scadenza, la quale coincide con quella dell’amministrazione regionale che li ha nominati. «L’Ater – ribadisce Reginella – in questo momento è in regime di vacatio. Si informino poi dalle altre Ater del Lazio – ha aggiunto Reginella – dove dal giorno 10 agosto i presidenti e i consiglieri non hanno messo più piede nelle relative sedi». Il consigliere del Pdl ricorda anche quanto avvenne in precedenza con Vittorio Sebastiani «che decadde dalla carica il novantesimo giorno dopo il primo consiglio regionale e per un periodo di tempo – ha aggiunto – l’Ater rimase senza organi di amministrazione fino alla nomina del commissario Scalamandrè». Secondo Reginella il capitolo Ater con la conseguente esperienza Di Ludovico è quindi chiuso del tutto: «Alla città – ha infatti aggiunto – basta quello che ha fatto per cinque anni, cioè nulla. Io tra l’altro non dimentico la disperazione della signora D’Emilio nel vedere recluso in casa il suo unico figlio colpito da una terribile malattia e la lunga battaglia politica per far adibire la struttura di un ascensore. Tutta una serie di vergogne che non hanno mai scalfito l’impudenza della ormai passata dirigenza dell’ente». Reginella guarda poi al futuro. «Presto – ha infatti concluso – la nuova amministrazione Ater scoprirà la pentola Di Ludovico e ne vedremo delle belle, nella speranza poi che nei novanta giorni in cui poteva fare solo atti urgenti e indifferibili non abbia fatto incresciosi colpi di coda». «Non so chi sia Reginella, ma comunque non sembra conoscere le leggi». Questa la pronta replica del presidente Di Ludovico che, richiamando i criteri di mantenimento di simili organismi, ha confermato di continuare a svolgere le proprie mansioni di presidente, senza ovviamente portare avanti iniziative di delibere, finché non avrà comunicazione diverse da parte degli organismi preposti. «Chiedesse agli organi regionali se il Cda è decaduto e come si procede – ha aggiunto – anche gli altri presidenti sono in carica: d’altronde si applica soltanto la legge. Per quanto riguarda le mie dichiarazioni in merito alla emergenza abitativa in città, credo di aver maturato, in questi cinque anni, una lunga esperienza e di essere un ottimo conoscitore dei problemi locali; nulla vieta di esprimermi, anche in qualità di cittadino. Se poi quello che dico, e di cui sono convinto, può dare fastidio perchè è la verità, allora questo è tutto un altro problema».


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