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"Quanto di bene hanno seminato questi giovani rimarrà per sempre"

La lettera del vescovo Carlo Chenis ai familiari, parenti e amici di Daniele, Indra, Giammarco e Gianni

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Questi giovani ci hanno improvvisamente lasciati. In questo momento di tragedia ogni parola suona lontana e non lenisce il dolore che è piombato sulle Vostre famiglie, perché private di una presenza a Voi tanto cara.
Tuttavia, desidero esprimere la mia partecipazione al Vostro angoscioso lutto, per esserVi spiritualmente e amichevolmente vicino. Qualunque sia il Vostro percorso spirituale, la morte sempre ci interroga, sebbene talvolta in modo disperato, sul senso della vita. E quando essa arriva all’improvviso, negando il futuro a chi è nel fiore della propria giovinezza, tale interrogativo si fa più enigmatico e intenso. Perché? Le circostanze materiali si stemperano dinanzi a quelle più profonde che inducono a guardare al di là di quanto è accaduto.
Per questi giovani il viaggio della vita ha ormai attraversato l’inclemente strettoia della morte, in un momento in cui tutto gridava ancora vita, in un giorno in cui tutto ancora aveva i colori del natale. Questi giovani si sono incamminati improvvisamente da questo all’altro mondo, per incontrare quel Dio che è venuto in mezzo a noi, che talvolta sembra lontano, che nei momenti supremi a noi si avvicina mostrando la sua misericordia.
Per quanti sono affranti dal dolore il ricordo affettuoso del passato deve trasformarsi in intuizione religiosa del presente. Sebbene bruscamente interrotta in questo mondo la loro vita continua nell’altro. Lo crediamo per fede ed ora chiediamo al Signore che aumenti la nostra fede, per poter sperare nella vita eterna e augurare a questi giovani l’eterna beatitudine, cioè il loro natale al cielo.
Se il dolore cede il posto alle parole umane, la preghiera subentra come suffragio spirituale. Quanto di bene hanno seminato questi giovani rimarrà per sempre. Rimane l’amicizia donata e la gioia condivisa. Rimane l’affetto dei suoi cari e il ricordo di tanti momenti trascorsi insieme. Al Signore chiediamo di dimenticare, perdonando, le scorie di peccato, così che possano godere per sempre del suo amore. A noi l’impegno di guardare alla vita con coraggio e serenità, scoprendo i valori veri che permettono di essere altruisti e di evitare il male. A noi il compito di pregare per loro, pur chiedendo anche il loro sostegno. E con loro ricordare anche le altre vittime.
La vita, pur ferita, continua e deve continuare cercando di avvicinarsi di più al Signore e al prossimo. La raccomandazione evangelica alla vigilanza ci sospinge a vivere per gli altri, così che le nostre doti siano di aiuto tanto materiale quanto spirituale.
La morte arriva come un ladro, ma quando un’anima è raccolta in Dio non può essere rapinata, così che brilla di luce soprannaturale nel firmamento del cielo.
Rinnovo con la preghiera di suffragio le più sentite condoglianze ai congiunti e agli amici. Il Signore aiuti Voi tutti a superare quest’angoscia mortale. Vi benedico di cuore!

 

Il vescovo Monsignor Carlo Chenis


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