Riccetti: «La Fondazione dello sport è come l’araba fenice»
CIVITAVECCHIA – Incassata la disponibilità (almeno a parole) dell’assessore Fanciulli ad aprire un dibattito per rivedere il regolamento degli impianti comunali, la segretaria locale del Partito Socialista, Maria Cristina Riccetti, apre un altro fronte di discussione proseguendo la sua battaglia per lo sport. Una battaglia fatta di proposte più che di polemiche con un’accezione più sportiva che politica. La sua nuova frontiera diventa la Fondazione dello sport. «La scorsa settimana – entra nello specifico – ha colpito il mio interesse la copertina e l’editoriale del quindicinale “La Tribuna” nella quale la Fondazione veniva rappresentata come oggetto non identificato, un Ufo, quasi a voler sottolineare la perdita di connotato identificativo di un organismo sportivo, fortemente voluto dalla precedente giunta di centro-destra con tanto di delibera, ad oggi, non ancora esecutiva e che non è dato sapere quando mai lo sarà. A circa due anni dalle amministrative del 2007, la Fondazione presenta i connotati dell’araba fenice» . E da qui partono una serie di interrogativi all’attuale amministrazione: «La Giunta attualmente in carica – prosegue – non sembra avere chiaro cosa fare della Fondazione. Non sembra avere, ancora, un progetto per lo sport e non sembra avere la benché minima idea di quella politica dello sport che in tanti reclamano da tempo. Che ne è dello slogan elettorale: “Diamoci da fare”, con cui la lista dell’attuale Sindaco si presentò agli elettori? E sono sufficienti generici slogan per attivare il cambiamento quando questo non sia supportato da una trasformazione culturale orientata alla modifica dei comportamenti e dello sviluppo organizzativo, alla selezione dei migliori, alla cultura del servizio per favorire una nuova ottica progettuale capace di rispondere ai bisogni e alle esigenze delle persone. Per conseguire quest’ultimo obiettivo è necessario: da una parte potenziare la capacità di esplicitazione della domanda mediante la definizione di una funzione stabile destinata a tale compito, spostando la progettazione delle attività sportive dall’offerta a quella domanda che nasca da esigenze di maggiore funzionalità e specificità e che porti ad un effettivo cambiamento qualitativo delle funzioni svolte; dall’altra prevedere a bilancio significative e consistenti “poste” destinate allo sport attraverso la ottimizzazione delle risorse ed il vincolo di reinvestimento di una quota non inferiore ad una percentuale significativa delle risorse rese disponibili dai processi di riorganizzazione, che gli organi di governo di questa città indicheranno e stabiliranno». A questo punto l’esponente socialista fa delle esplicite richieste al Sindaco: «Dica quale politica per lo sport intende fare, cosa vuole fare di uno strumento di gestione qual è la Fondazione o quali risposte ha, se ne ha, per la definizione di un polo pubblico, quali per il polo associativo che la legge obbliga a fare e quali per il polo commerciale e quali risorse vuole destinare allo sport».