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Rimane la non potabilità, la gente chiede chiarezza

La rete idrica è contaminata dai coliformi, domani altre analisi. I tecnici avvertono: «L’acqua va fatta bollire almeno dieci minuti» Massimo Magnano (Asl RmF): «Sono batteri innocui ma segnalano la presenza di altri patogeni. Per bere , per lavare i denti e per cucinare fare attenzione» Dopo l’ordinanza del Sindaco la città è piombata nel caos: c’è chi ha parlato di colera e chi ha ritirato anticipatamente i figli da scuola

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di MATTEO MARINARO
CIVITAVECCHIA – L’acqua, e i problemi annessi, sono diventati per Civitavecchia un vero e proprio spauracchio. Non è solo la cronica carenza idrica a rendere impossibile la vita ai cittadini, ora ci si mette anche l’inquinamento da batteri coliformi. Significa che l’acqua non si può bere e che non ci si può cucinare, deve essere bollita. Sembra un film già visto (anche se per il Pincio è cosa ben diversa e meno grave): lo scorso anno, dai rubinetti delle case uscirono i liquami di fogna. Per i tecnici del comune, è la ‘‘civitavecchiesità’’ che tende ad ingigantire i problemi. «C’è stato chi ha parlato addirittura di colera – ha dichiarato lo specilaista della Asl Massimo Magnano intervenuto ieri con l’assessore Campidonico – e tanti genitori ieri mattina si sono precipitati nelle scuole a prendere i propri bambini. La cosa non è vera e non così grave, vanno prese solo delle precauzioni». Nonostante lunedì scorso la protezione civile è scesa per le strade con i megafoni ad informare la popolazione. «Non c’è da diffondere allarmismo- ha proseguito Magnano – si tratta di batteri comuni che abbiamo riscontrato in una bassissima concentrazione anche se la loro presenza nelle tubature potabili non è consentita. Deve essere 0 per millilitro. Ne abbiamo 12. I coliformi sono presenti nel sottosuolo , nell’ambiente e anche nel nostro intestino (anche nelle feci umane in elevate concentrazioni) e per questo sono stati da molto tempo considerati organismi indicatori d’inquinamento ed hanno assunto un importante ruolo come marcatori microbiologici per definire la qualità degli ambienti idrici, sia superficiali sia profondi». Dal Pincio fanno sapere che verranno divulgati questa mattina i risultati dei primi campionamenti effettuati in diversi punti della città per verificare la presenza nella rete idrica di batteri coliformi che contaminano l’acqua rendendola non potabile. Ma almeno fino a domani (quando verranno diffusi i dati dei campionamenti di ieri) la situazione a Civitavecchia non cambierà. «Per poter utilizzare l’acqua a fini alimentari – ha spiegato lo specialista della Asl Roma F Massimo Magnano durante l’incontro al Pincio di ieri – ovvero per cucinare, lavare verdure e cibi e per lavarsi i denti è necessario farla bollire almeno per 10 minuti. Per la doccia non ci sono problemi.Queste le precauzioni fino a quando non verrà sospesa l’ordinanza». Gli uffici comunali insieme ai tecnici della Asl stanno lavorando per cercare di capire quale sia stata la causa dell’inquinamento. Con la cronica carenza idrica e la condotta ridotta ad un colabrodo ed esposta a contaminazioni, la scelta del passaggio ad Acea Ato2 per Civitavecchia è sempre più cruciale. «Servono forti investimenti sulla rete – ha concluso Campidonico – ma questo evento è un’altra storia. Incontri concreti con l’azienda sono stati fatti lo scorso dicembre. Ci hanno fatto anche una proposta, che stiamo tutt’ora esaminando».


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