Santa Severa, Sebastiani lascia il testimone dopo un’avventura lunga 20 anni
di CARLO GATTAVILLA
SANTA MARINELLA – Dopo un ventennio passato dietro la scrivania, nelle vesti di presidente, Valerio Sebastiani ha ufficializzato, nei giorni scorsi, il passaggio del testimone (che già era avvenuto formalmente a metà della scorsa stagione) in favore di Massimo Cavuoto. Ora il Santa Severa ha un nuovo patron. E l’ormai ex presidente dei neroarancio porta con sé una valigia piena di bei ricordi e sacrifici, iniziati nel lontano 1988 quando, con alcuni amici, fondò appunto la Ss Amatori Santa Severa e dal campionato amatoriale la lunga scalata fino alla Seconda categoria.
Sebastiani, perché questa decisione?
“Ho voluto ufficializzare il tutto prima che iniziasse la nuova stagione. Mi è sembrato questo il tempo giusto. Io rimango comunque in seno alla società in qualità di vice presidente ma le redini le terrà Cavuoto, grande manager e uomo di sport. Spero che il nuovo team possa fare quel salto di qualità che ho tanto sognato”.
Cosa lascia in eredità?
“Uno staff di prim’ordine, sia societario che tecnico e nel Dna la voglia di raggiungere sempre traguardi prestigiosi”.
I ricordi stampati nel cuore?
“La stagione del 2005 quando arrivammo secondi, alle spalle del San Gordiano. Noi con il minimo indispensabile e con un gruppo eccezionale riuscimmo a tener testa alle romane”.
Come tutti i presidenti che si rispettino, avrà avuto un suo “cocco”.
“Senza nulla togliere agli altri, una parola in più la voglio spendere per Stefano Galli, gran difensore e capitano indiscusso. Con lui ho dormito davvero sogni tranquilli”.
Ha qualche rammarico?
“Non aver vinto il premio disciplina”.
Come mai?
“Evidentemente la squadra aveva il mio stesso carattere, abbastanza sanguigno. Non nascondo che sono stato e ne sarò sempre il primo tifoso”.
E l’ambizione attuale del Santa Severa?
“Migliorare la posizione dello scorso anno. E con i nuovi arrivati potremmo essere la sorpresa del girone”.
Ma la struttura del campo comunale? Ci sarà da rivedere qualcosa?
“Credo di si. Io posso garantire per la squadra. Per il discorso del campo agirà chi di dovere in separata sede. Certo che giocare in una superficie erbosa piacerebbe a chiunque”.
Quindi sogna innovazioni?
“La crescita societaria sta in un settore giovanile, con tecnici preparati e kit di prim’ordine. Un tassello mancante nel nostro club”.
Arrivederci a quando?
“Al primo giorno di raduno”.