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Sant’Agostino, la spiaggia dei pericoli

Ogni anno l’erba alta è causa di incendi nella zona. Per non parlare dei parcheggi selvaggi in grado di ostacolare i mezzi di soccorso. Preoccupato il gestore di un noto locale del posto: «L’estate è alle porte ma nessuno pensa a rendere accessibile l’area». Il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola se ne lava le mani e rimanda al Demanio che sulla questione evita di rispondere

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AMBULANZA   di LUCA GROSSI

CIVITAVECCHIA – Ogni maledetta domenica è il titolo di un famoso film di Oliver Stone, in realtà ben si potrebbe abbinare al destino dei civitavecchiesi che si avventurano nei pressi delle spiagge di Sant’Agostino alla ricerca di refrigerio. «Siamo alle porte dell’estate – afferma il gestore del Corsaro, Egidio Paoletti – eppure l’erba è ancora alta e la strada che porta alle spiagge è ancora dissestata». L’erba alta e secca è da sempre un pericolo per le auto e per i bagnanti, le marmitte catalitiche delle macchine parcheggiate facilmente la incendiano creando focolai che spesso si trasformano in roghi. Negli anni passati svariate vetture sono andate a fuoco. Oltre all’erba alta, problematica fondamentale, rimane il parcheggio selvaggio delle macchine: le vetture, letteralmente abbandonate ai cigli della strada, rendono il viale centrale della località balneare una sorta di senso unico. Le macchine in entrata ed in uscita passano ore ed ore alla ricerca della manovra vincente per poter passare incolumi gli ostacoli. Se le macchine hanno vita difficile, si può immaginare cosa succede quando un mezzo di soccorso cerca di raggiungere i malcapitati bagnanti che necessitano di aiuto: i vigili del fuoco e le ambulanze a volte passano minuti fondamentali a cercare di reperire i proprietari delle macchine che bloccano il passaggio. «Da anni segnaliamo queste problematiche – riprende il gestore del locale – purtroppo siamo costretti a fare da soli». Principalmente sotto accusa è, come sempre, il mancato senso civico e la stupidità di molti bagnanti che con i loro parcheggi mettono a rischio l’incolumità loro, delle loro macchine, ma anche di tutti gli altri bagnanti che potrebbero aver necessità di un soccorso immediato, o anche solo di tornare a casa prima del calar della notte. Interpellato sulla questione il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola (Sant’Agostino è in provincia di Viterbo e territorio comunale di Tarquinia, ndc) risponde seccato: «Quei cittadini sono molto incivili, vorremmo risolvere la situazione però quel territorio non ci compete, le spiagge di Sant’Agostino appartengono al Demanio, tutti i terreni intorno, che sono di nostra competenza, sono ben tenuti; ma su Sant’Agostino non possiamo intervenire, non ci compete, anzi sembrerebbe che il Demanio li voglia vendere quei terreni e questo sarebbe un vero peccato perché su quella zona si potrebbe lavorare molto». Dall’Agenzia del Territorio centralini e segretari hanno rimbalzato la chiamata per ore, prima di chiederci gentilmente di richiamare un altro giorno. Insomma il problema di Sant’Agostino, spiaggia viterbese popolata dai civitavecchiesi rimane. Abbandonati al proprio destino e vittime di trascuratezza i bagnanti, che per vedere le autorità e gli amministratori intervenire, strano a dirsi, devono prima vivere una tragedia. 


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