<strong>PALESTROPOLI</strong>. De Gennaro (Asp) attacca l'Associazione Artù su sociale, fini di lucro e istruttori qualificati
CIVITAVECCHIA – «Quali sono le associazioni che perseguono fini di lucro? Quali sono invece quelle che non perseguono il sociale? Il signor Riccardo Pieri ha i titoli per allenare e seguire i bambini delle scuole?». Sono queste le domande principali che Giancarlo de Gennaro ha voluto rivolgere tramite il nostro quotidiano al presidente dell’associazione Artù Riccardo Pieri che inserendosi nel filone delle polemiche sollevate dal caso ‘‘Palestropoli’’ aveva fatto evidenziato come il bando predisposto dal Comune non premiasse la qualità dei progetti e non tenesse conto di quelli a basso impatto economico per le famigile. «Ogni associazione sportiva per statuto – ricorda de Gennaro – non è a fine di lucro e tutte operano per il sociale. L’associazione Artù chiarisca a chi fa riferimento quando è intervenuta polemicamente sulla questione che il vostro giornale ha ribattezzato Palestropoli. Il fatto di non fare attività federale non è un punto di forza della loro associazione ma tutto il contrario, è a loro sfavore. Primo perchè risparmiano tutti i soldi delle iscrizioni ai campionati e dei tesseramenti degli associati e così si fa un utile, se facessimo la stessa cosa all’Asp avremmo 20mila euro in più all’anno, e poi perchè è diseducativo. Allenare per un anno i bambini senza fargli fare neanche una partita è la cosa più sbagliata che si possa fare. La smettano quindi di dire che fanno del sociale. Spero poi – conclude de Gennaro – che chi parla di progetti sociali come il signor Riccardo Pieri sia diplomato Isef o Iusm per poter lavorare con i bambini delle scuole». Un intervento-sfogo che appare destinato ad aprire un dibattito più ampio tra sport professionistico e no profit come suggerito peraltro dal numero uscito ieri de La Tribuna.