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Cpc, rinnovata l'autorizzazione per operare in porto  

Per altri cinque anni il gruppo guidato da Enrico Luciani fornirà, in via esclusiva, lavoro portuale temporaneo nello scalo, in base all'articolo 17 comma 2 della legge 84/94

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CIVITAVECCHIA – Flessibilità e professionalità. Sono queste le basi su cui si fonda il lavoro della Compagnia Portuale e su cui il gruppo guidato da Enrico Luciani è cresciuto in questi anni, diventando un punto di riferimento importante. E sono i motivi per cui, in un momento di crisi come quello attuale, nel quale si sente parlare di licenziamenti, cassa integrazione, stipendi non erogati, la Compagnia Portuale continua ad inanellare successi, a raggiungere obiettivi nel segno della stabilizzazione e della creazione di nuovo lavoro. «Abbiamo infatti visto rinnovare l’autorizzazione per la fornitura di lavoro portuale temporaneo, in via esclusiva per i prossimi 5 anni, ai sensi dell’articolo 17 comma 2 della legge 84/94 – ha spiegato Luciani – questo a seguito del bando di gara europeo che ci ha visto vincitori, dopo che le altre due società si sono ritirate in corso di gara».
Dal 2005 ad oggi la Compagnia Portuale è passata da un organico di 135 unità alle attuali 200 «con possibilità – hanno spiegato Luciani e Sasha Campo – di incremento di 30 unità a tempo determinato nei momenti di picco di lavoro. Inoltre in cinque anni molti sono andati in pensione e noi siamo riusciti a stabilizzare oltre 100 giovani lavoratori portuali. Possiamo tranquillamente dire che la Compagnia Portuale di Civitavecchia è unica in Italia ad aver garantito un simile trend positivo, nonostante sacrifici e difficoltà. Non abbiamo avuto bisogno di ricorrere ad aiuti di Stato e quindi a cassa integrazion e mobilità, perché siamo riusciti a tracciare una strada basata su patti di solidarietà tra lavoratori». In questo modo si è riusciti a beneficiare dei periodi di maggior lavoro e garantire una sorta di ‘‘ancora di salvataggio’’ per l’inverno e i momenti di calo dei traffici. «La cosa importante in tutto questo – ha sottolineato il presidente della Cpc Luciani – è il patto di stabilità che si è creato tra noi, l’Autorità Portuale e le imprese, che ha permesso di garantire l’occupazione e il lavoro all’interno del porto. Un modello che potrebbe essere esportato anche all’esterno dello scalo». Ma il gruppo portuale vuole raggiungere altri importanti obiettivi. «Stiamo infatti concludendo il primo percorso formativo per 36 giovani lavoratori – ha spiegato Massimo Soppelsa – che potranno acquisire la certificazione europea, così da poter operare in tutti i porti della Comunità, forti della loro specializzazione in tutti gli ambiti lavorativi portuali». «Insieme a Provincia di Roma, Regione Lazio e naturalmente Autorità Portuale – ha aggiunto Luciani – speriamo di poter festeggiare al più presto questo grande risultato».  


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