I Pirati Civitavecchia salutano l’A1
di LUCA GROSSI
I Pirati di Civitavecchia sono da oggi alle 12 fuori dalla serie A1 di hockey in line. Il club presieduto da Sergio Calcagno non ha infatti trovato i fondi per l’iscrizione ed il tesseramento. Venerdì sera in extremis si è tentato un ultimo tentativo di autofinanziamento tra i membri del direttivo gialloblu ma non si è potuti naturalmente arrivare ad una cifra minima per garantire un campionato dispendioso come quello della massima divisione. «Io non mi lamento di niente- ha affermato il presidente Calcagno – sono dispiaciuto perché abbiamo lavorato tanto per raggiungere gli obiettivi eccezionali di quest’anno e degli scorsi anni, ma non posso prendermela con nessuno. La Royal Bus ci ha sostentuto per tanto tempo facendo sacrifici molto grandi, già da mesi mi avevano avvertito che non potevano continuare a sostenere un peso economico del genere. A loro vanno solo i miei ringraziamenti per quanto fatto negli scorsi anni». Calcagno ha tentato di trovare nuovi sponsor ma gli appelli fatti sono andati a vuoto: «Noi manteniamo il nostro orgoglio- ha affermato il numero 1 gialloblu – abbiamo fatte richieste, nessuno ci ha voluto aiutare, noi ne prendiamo atto ed andiamo avanti. Ripartiremo dalla serie B, facendo una squadra tutta civitavecchiese in attesa che il nostro vivaio si formi dando alla prima squadra nuovi ed importanti elementi in grado di regalarci nuove soddisfazioni». Ovvio dire che, data la situazione, il roster della squadra che disputerà la prossima serie B indossando la divisa gialloblu è ancora in altissimo mare: «Tutti gli stranieri tesserati con noi sono liberi dal prossimo mese di trovarsi le squadre che vogliono e lo stesso vale per gli italiani. Come allenatore della serie B adesso come adesso potrebbero esserci o Valentini o Frankie che comunque non potrà giocare in quanto straniero. Vedremo le loro necessità e decideremo. Sono convinto che dato anche l’impegno ridotto che comporta una serie B riusciremo a fare una bella squadra in grado di puntare all’A2». Vendere i giocatori con maggior mercato avrebbe potuto portare soldi liquidi nelle casse gialloblu. La vendita, ad esempio, di Simunek, che interessa a diverse squadre, avrebbe migliorato la situazione di bilancio: «Si era sparsa la voce che non ci saremmo potuti iscrivere- ha concluso Calcagno – le squadre hanno quindi preferito accordarsi direttamente con lui ed aspettare che si svincolasse gratuitamente». Insomma ai Pirati non resta che ricordarsi che solo chi ha conquistato e posseduto qualcosa, può dispiacersi di averla persa.