Pirati Civitavecchia: Game Over
di LUCA GROSSI –
«La storia della prima squadra dei Pirati Royal Bus finisce qui». Ad affermarlo è lo stesso presidente gialloblu Sergio Calcagno. La squadra civitavecchiese di hockey in line sparisce quindi dal panorama nazionale dopo aver toccato il suo punto più alto. La Coppa Italia vinta lo scorso dicembre (che avrebbe dato il diritto a disputare la finale di Supercoppa Italiana a settembre contro l’Edera Trieste) brilla ancora nella sede del team locale di hockey ma è un lontanissimo ricordo. Il motivo della non iscrizione della squadra gialloblu al campionato di A1 è da ricercarsi nella mancanza di fondi. Il presidente Calcagno era riuscito, nei giorni scorsi, ad avere una proroga sulla scadenza relativa alla tassa di inscrizione al massimo capionato di A1, nonostante questo non è arrivato nessuno sponsor ad aiutare le casse del club vanificando il lavoro fatto.
«Ho cercato in tutte le maniere i fondi necessari per l’iscrizione. Non sono tantissimi – riprende Calcagno – sono solamente 4500 euro. Solamente che a questi si devono aggiungere altri 15.000 euro per i tesseramenti. Nessuno è disposto, naturalmente, a mettere la prima tranche da 4.500 euro senza sapere se verranno trovati i restanti 15.000 euro. Questo perchè se poi non dovessero trovarsi altri soldi nessuno restituirebbe i primi fondi versati. Io negli scorsi anni ho sempre dato fondo ai miei crediti ma adesso ho detto basta perchè non posso più permettermelo».
Insomma tutti gli sforzi agonistici, societari, mediatici compiuti dall’ambiente gialloblu per trovare e mantenere la serie A sono stati vanificati dai problemi di bilancio. In un momento di crisi economica come questo non è affatto facile pensare ai problemi di una squadra di provincia di hockey in line.
Nonostante questo bisognerebbe fare un analisi completa degli investimenti sostenuti non solo dalla società, ma anche dagli enti pubblici per sostenere una squadra che milita nella massima divisione. In primis parliamo del Pala Mercuri. Un campo comunale che è stato costruito principalmente per la prima squadra dei Royal Bus. Il terreno dove sorge è comunale, cosi come è pubblico anche il finzanziamento che ha permesso la costruzione del fondo e parte della copertura (realizzata esclusivamente per permettere, da regolamento, alla squadra di A1 di giocare in casa). Tutto denaro vanificato dai circa 20.000 euro mancanti alle casse di Calcagno: «Ci rimane il settore giovanile, ovviamente – ha ammesso Calcagno – che cercheremo di far diventare il nostro fiore all’occhiello. E poi ci sarà anche la possibilità di militare in serie B con i giocatori locali. Questo ci porterà via però il nostro allenatore Franko che non può giocare nelle categorie inferiori in quanto straniero, probabilmente dovremmo cercare una soluzione interna come quella dell’altro (e unico, ndr) allenatore tesserato Valentini. Dovremo vedere chi sarà disposto a rimanere con noi in serie B e chi invece andrà via. Una cosa è sicura se andiamo a giocare in B il roster sarà composto di soli civitavecchiesi, non potremo infatti permetterci altro».
La non iscrizione alla massima serie italiana di hockey comporterà un’ulteriore conseguenza alla società gialloblu. Attualmente i Pirati possiedono il cartellino di diversi giocatori di serie A con richieste di mercato. La loro vendita permetterebbe di migliorare il bilancio societario. In caso di non iscrizione, invece, i civitavecchiesi perderanno il possesso del cartellino senza avere nulla in cambio. Una beffa oltre l’inevitabile danno.
Possibilità di un salvataggio in extremis non sembrano essercene anche se Calcagno ammette una piccola possibilità: «L’unico che ci ha promesso di aiutarci – conclude uno sconsolato e rassegnato presidente – è stato il sindaco Moscherini. Io gli credo ma lui forse potrebbe aiutarci più in la nelle settimane, mentre a noi i soldi servono per sabato alle 12. Purtroppo i giochi mi sembrano fatti».