Hanno fatto fuori il più grande
Il giorno dopo l’esonero della coppia Del Duca-Accorsi lascia molte perplessità, incognite, dubbi e domande. L’ambiente pallanuotistico rimane quantomeno attonito, specialmente se si considera il fatto che i due tecnici della Tirrena non abbiano voluto lasciare dichiarazioni pubbliche. Perché? Forse il loro attaccamento a questi colori è più forte di tutto e tutti, forse vale la regola di non ‘‘sputare nel piatto dove si potrebbe mangiare nuovamente in futuro’’. In fondo la gestione conservatrice delle società nostrane non è cosa nuova e i volti scompaiono per poi riapparire più o meno misteriosamente. Spesso, però, nella vita bisogna prendere una posizione. L’esordio in campionato della Tirrena non è stato dei migliori e dato il notevole interesse che ruota attorno alla compagine biancoblu, satellite della Snc, si potrebbe anche capire la decisione dei vertici della società di Civitavecchia. Quello che però ad oggi, sotto il profilo etico e contemporaneamente oggettivo risulta non giustificabile, è un probabilmente troppo sbrigativo e rapido allontanamento di una conduzione che poteva sicuramente offrire ancora molto a questa formazione. Il “sicuramente” nasce, al di là dell’impegno e del sacrificio dell’onesto Accorsi, dalla presenza in panchina di un certo Marcello Del Duca. Per i pochi che non conoscono questa ‘‘leggenda’’ o per i molti che forse per arcani motivi fanno finta di non sapere, Marcello Del Duca è Marcello Del Duca. Massima espressione della pallauoto locale, nazionale ed internazionale di sempre. Quando si parla di mostri sacri del calibro di Del Duca e Simeoni, argento a Montreal ‘76, o Galli, la parola ‘‘sempre’’ assume il vero e pieno significato. La splendida figura di questo magnifico esempio di uomo e pallanuotista rappresenta indubbiamente e innegabilmente per Civitavecchia e per i civitavecchiesi motivo di orgoglio e vanto; almeno dovrebbe. Qualcuno diceva “Nemo profeta in patria’’ e, senza alcuna motivazione faziosa o polemica ma più che altro socratica ed analitica, la scelta di liquidare un caposaldo della pallanuoto degli ultimi quarant’anni risulta opzione assai poco gradita a chiunque ami questo sport. La decisione di allontanare Del Duca per la quarta volta (per poi riprenderlo) è senza dubbio sintomo di un’indecisione societaria che ormai si protrae nel tempo. Una scelta strana, forse azzardata, forse anche poco riguardosa. È giusto dare uno spazio cosi marginale ad un colosso del genere? Non ci dovrebbe essere quantomeno una più che contemplabile riflessione/tributo, prima di prendere una decisione simile? Con tutto il rispetto per gli altri, ma gli atri alla fine sono solo e soltanto altri. Marcello Del Duca è stato un giocatore infinito, un maestro che ha insegnato la pallanuoto a tutti, veramente a tutti. Ancora una volta, è stato opportuno liquidare il più grande?