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"A Tomasi di Lampedusa preferisco Berlinguer"

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di PIETRO TIDEI*

Caro Direttore, trovo improprio richiamare la lezione di Tomasi d Lampedusa facendo intendere che “per lasciare tutto immutato era necessario che tutto cambiasse”. La prima cosa che è cambiata è che finalmente a Palazzo del Pincio è tornata la verità. E di questo si sarà accorto anche lei. La verità dei numeri anzitutto: mettere in liquidazione HCS, portando alla luce i 32 milioni di debiti accumulati dal clientelismo di questi anni, significa dire la verità proprio a quei lavoratori ai quali era stato dato un posto-finto-senza-contributi. Abolire i privilegi, licenziare dirigenti inutili e manager incapaci, è un fatto nuovo o no? La decisione che mi è pesata più di tutti in questi mesi è stata aumentare l’IMU. Perché onesti lavoratori che pagano le tasse dovrebbero regalare 5 milioni di euro ogni anno per ripianare le perdite di una società che non funziona, che non ha soldi per comprare i mezzi e persino la benzina per far camminare quelli vecchi? Tra poco i civitavecchiesi pagheranno, con l’ultima rata dell’IMU, 3 milioni di euro che, come vede, potevano essere risparmiati. La strada del risanamento dei conti è l’unica che può portare a ridurre una inaccettabile pressione fiscale sulle famiglie. Riattivare un acquedotto abbandonato che oggi offre 45 litri al secondo di acqua buona praticamente gratis non significa cambiare? E pretendere che l’acqua venga pagata anche dal porto più di quanto costa alla collettività, scoprire quel 30 per cento di utenze – spesso commerciali o annidate in insospettabili condomini – va sempre nella stessa direzione. Non le sarà sfuggito nemmeno che questa Amministrazione ha ridotto al minimo le spese degli incarichi fiduciari (gli art. 90 per intenderci). Conosco la disperazione di chi è senza lavoro e senza casa: ogni giorno bussa alla mia porta. Presto incontrerò disoccupati e senza casa in due grandi assemblee pubbliche per spiegare loro “in diretta” qual è la volontà dell’Amministrazione e quale la strada ha già intrapreso per dare concrete risposte, riattivando i patti territoriali di Sterpeto e Villaggio del Fanciullo ad esempio. Far partire 40 cantieri di edilizia agevolata e sovvenzionata (non privati, non speculazione) con i piani di zona è un’altra risposta che non ha niente a che vedere con il passato come pure porre, con forza, all’Enel e a Tirreno Power la questione ambientale. Questo per rispondere in breve a chi non vede – o fa finta di non vedere – i segni del cambiamento che avanza. Perché se ci voltiamo indietro il cambiamento si vede, eccome. Ma preferisco guardare al futuro, paragonando quello che oggi stiamo costruendo insieme rispetto a quello che avrebbe atteso questa città che il voto popolare è riuscita a sottrarre ad un manipolo di privilegiati e ai loro valzer (quelli si degni del suo Gattopardo). Oggi i valzer sono finiti e quella musica è stata spenta. Quindi lascio a lei la lezione ormai polverosa di Tomasi di Lampedusa. Faccio mia invece quella di Berlinguer: “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”. Ed è proprio questo che, tra le mille asperità di tempi non facili, questa l’Amministrazione si accinge oggi a fare.
* Sindaco di Civitavecchia


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