«Meritiamo una Vecchia di cui andare orgogliosi»
di ANTONIO MATRONE
Domenica al Fattori ha mosso i primi passi quella che dovrebbe essere la nuova dirigenza nerazzurra. Il condizionale diventa d’obbligo visti i teatrini a cui abbiamo dovuto assistere negli ultimi anni. E’ ancora visibile allo stadio la scritta di benvenuto ad uno dei tanti “Messia” dileguatosi poco prima dell’insediamento, è recente la deprimente telenovela Deodati (personaggio “noto” nel mondo del calcio) scioltasi come neve al sole, per cui ci perdonerà Folgori & Co. se attendiamo l’espletamento di tutte le formalità burocratiche inerenti il passaggio delle quote per dargli il benvenuto. Piccoli passi dicevamo come l’arrivo del conosciuto ed apprezzato Gian Luigi Staffa alla guida della squadra ed il riconoscimento di un premio partita per la prestazione resa, piccoli segni di cambiamento e di miglioramento? Il tempo dirà in quale direzione stiamo andando. Nel post partita il direttore tecnico in pectore Moreno Quercioli ha illustrato come la nuova proprietà intenda operare sin dal mese di dicembre a rinforzare la squadra sbilanciandosi sull’acquisizione di “un paio di giocatori d’esperienza che hanno militato nelle massime serie professionistiche” per risalire la classifica. I presupposti sembrano incoraggianti ma, permettetemi, di restare guardingo e diffidente in attesa di azioni tangibili. Le voci che provengono da Zagarolo parlano di un Enrico Folgori arrivato in stile “british” (ha lavorato per il Queen Park Rangers) con molte ambizioni e ritiri al pub che, dopo circa dieci mesi e quattro allenatori esonerati, abbandona la piazza in crisi di risultati e sull’orlo del baratro dal punto di vista economico. Il passato non si cancella ma non deve costituire un muro invalicabile che impedisca di dare giudizi oggettivi, per cui niente pregiudizi ma antenne dritte ed occhi ben aperti! Civitavecchia non ha bisogno dell’ennesimo avventuriero in cerca di pubblicità, bensì di un imprenditore che, nell’esercizio delle sue attività, abbia passione per i colori, voglia di investire e abilità manageriali tali da creare un gruppo di persone appassionate e, soprattutto capaci e disinteressate, capaci di riportare almeno alla dignità un guscio vuoto qual è, oggi, il Civitavecchia Calcio. Mai più giocatori senza materiale tecnico. Mai più trasferte “sponsorizzate”. Mai più giocatori che vanno e vengono come in un aeroporto e tanti civitavecchiesi, spesso più bravi, costretti ad “emigrare” altrove in nome di un “affarismo” che male si coniuga con dilettantismo. Mai più una squadra juniores nazionale che rinuncia alla trasferta di Sora per problemi economici. Mai più un Civitavecchia carcassa sulla quale politici ed avvoltoi si aggirano in attesa del loro “brandello di carne”. Solo questo chiediamo alla nuova proprietà, un Civitavecchia Calcio per cui tifare e di cui andare orgogliosi! Chiediamo troppo?