PalaMercuri, ultimatum del Comune: i Pirati hanno 30 giorni per pagare
Va verso una risoluzione la annosa questione del PalaMercuri, impianto da hockey in line cittadino. Venerdì sera la giunta comunale ha votato infatti una delibera secondo la quale i Pirati dovranno pagare entro 30 giorni il debito di 37mila euro che si trascinano da anni nei confronti dell’amministrazione, pena la revoca della concessione secondo la quale i gialloblu gestiscono attualmente, fra mille polemiche, la struttura.
La questione era salita alla ribalta quest’estate, quando entrambe le associazioni cittadine di hockey e pattinaggio, ossia Pirati e Cv Skating, rivendicavano i propri diritti per gestire o utilizzare l’impianto. Da quel giorno a oggi poi, tante chiacchiere ma nessun fatto, fino appunto alla delibera di venerdì sera.
Il delegato all’impiantistica sportiva Patrizio Scilipoti commenta la situazione: «La giunta aveva due opzioni fra cui scegliere: la revoca immediata o la concessione di ulteriori trenta giorni di tempo per pagare un debito che comunque esiste già da troppo tempo. La giunta ha scelto la seconda, ora vedremo cosa faranno i Pirati».
Due quindi gli scenari possibili: o che la società del presidente Calcagno paghi i suoi debiti e quindi regolarizzi la sua posizione, o che non lo faccia.
«Nel primo caso – continua Scilipoti – i Pirati avrebbero tutti i diritti per continuare a gestire la struttura e dovremo riformulare una nuova convenzione, alla luce della evoluta situazione. Nel secondo caso invece la giunta dovrà prendere atto del mancato rispetto degli impegni presi e fare una nuova delibera con la quale il campo tornerebbe nelle mani del Comune. A quel punto dovremmo decidere una via per dare la struttura in assegnazione, probabilmente tramite bando». Quale è lo scenario futuro auspicato dal delegato? «Io spero sempre – conclude Scilipoti – che le due società trovino un accordo che faccia contente le tre parti in causa, Pirati, Cv Skating e Comune. A questo punto però credo sia improbabile che avvenga. L’importante è che si faccia il bene dello sport e non di una delle due parti in causa»