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La Procura di Civitavecchia: il blindato Lince 1 non è sicuro

La Procura di Civitavecchia: il blindato Lince 1 non è sicuro

Sono le conclusioni dell'indagine avviata dopo l'incidente della Scaglia del 2011 in cui perse la vita il paracadutista della Folgore Nicola Casà: il mezzo militare non tiene la strada stabilmente a velocità superiori ai 65 km orari. In sette rischiano di finire sotto processo e si aprono forti dubbi sull'utilizzo dell'autoblindo in dotazione all'esercito anche in missioni internazionali

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CIVITAVECCHIA – Il blindato Lince 1 non è sicuro, sopra i 65 km all’ora. Per il mezzo in dotazione ai militari italiani anche in missioni internazionali c’è il rischio di tenuta strada nelle aree extraurbane, e a una velocità superiore ai 65 km orari. Sono le conclusioni alle quali é giunta la procura di Civitavecchia al termine di un’indagine avviata a seguito dell’incidente avvenuto nel febbraio del 2011 sulla via Aurelia, all’altezza della Scaglia, nel quale perse la vita un paracadutista della Folgore, Nicola Casà, e rimasero feriti altri quattro soldati. In sette rischiano di finire sotto processo Il Lince, definito Vtlm (veicolo, tattico, leggero, multiruolo), finì fuori strada ribaltandosi più volte. Il pubblico ministero, Lorenzo Del Giudice, dopo aver ordinato il sequestro del blindato ha disposto una perizia per accertarne la stabilità. Rischiano ora di finire sotto processo in sette con le accuse di omicidio colposo e lesioni gravi. Si tratta del militare Luca Fois, uno dei feriti a bordo del Lince con il ruolo di capo equipaggio; Aldo Miscioscia, del comando logistico dell’Esercito, oltre a Marco Sulpizzio, Claudio Oliviero, Marcello Di Monte, Giovanni Poletti.


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