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Hcs, torna l’ombra del fallimento

Il 7 marzo scade il termine ultimo per la presentazione del piano di risanamento della holding

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CIVITAVECCHIA – Se la proroga di 60 giorni chiesta dai liquidatori al Presidente del Tribunale di Civitavecchia per la presentazione di un piano di risanamento non dovesse essere accettata, per Hcs non c’è scampo. Nemmeno la vendita la potrà salvare. Il Comune infatti non avrebbe il tempo materiale (la scadenza per la presentazione del piano ad oggi è fissata al 7 marzo) per indire un bando di gara per la vendita della società e sarebbe costretta a dichiarare il fallimento. Ed è questo lo scenario ad oggi più probabile. Perché con la Mad che vanta un credito di circa 5 milioni di euro (e che non è disposta a ridurre nemmeno di un centesimo) e i crediti vantati da altri soggetti (anche loro non disposti ad arretrare) i liquidatori non hanno nessuna garanzia da portare all’attenzione del Presidente del Tribunale per ottenere la proroga.
Intanto continuano a prospettarsi interpretazioni diversi su quello che è stato il risultato finale dell’incontro di maggioranza di qualche giorno fa. Da una parte infatti, c’è chi ha affermato che anche Sel ha preso coscienza della situazione drammatica in cui versa Hcs. Dall’altra l’assessore Serpente ha tenuto a precisare che Sel non ha compiuto nessun passo indietro sulla vendita. E poi c’è il vice sindaco Enrico Luciani che addirittura parla del raggiungimento di un accordo per la creazione di una società a totale controllo pubblico che scongiurerebbe una volta per tutte la vendita anche parziale della società. Ma a non comprendere dove, come e quando sia stato raggiunto questo accordo è il consigliere di maggioranza Stefano Giannini. Anche lui presente alla riunione di maggioranza. «Non vedo come il vice sindaco Enrico Luciani possa sostenere accordi mai sottoscritti in una riunione in cui peraltro non era presente. La verità è quella già espressa nei giorni scorsi, una situazione economico-finanziaria drammatica che impone a ogni forza politica di non scartare alcuna ipotesi, nemmeno quella della vendita totale o parziale della holding comunale. Le elezioni – bacchetta – non danno alcun diritto agli amministratori di nascondere la verità, soprattutto quando si parla di lavoro e di dipendenti».


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