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"Operazione Biribbino", al via il processo

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CIVITAVECCHIA – Prima ha parlato della storia d’amore tra la figlia e Massimiliano Ceccacci, meglio noto come Biribbino, inizialmente non condivisa soprattutto per la differenza di età tra i due, poi accettata nonostante i diversi episodi ‘‘caldi’’ che l’hanno caratterizzata. Minacce, liti, aggressioni fisiche e verbali alla figlia e a lei. Poi invece, sollecitata dal Pm Corrado Fasanelli, ha focalizzato l’attenzione sull’attività di Ceccacci. A casa dell’uomo, sia per quanto aveva sentito dire dalla figlia, sia per quanto aveva visto, ci sarebbe stata della cocaina. Anzi la donna avrebbe anche notato un bilancino di precisione all’interno dell’abitazione e, una volta, si sarebbe imbattuta in Ceccacci mentre confezionava delle dosi di stupefacente. La figlia poi le avrebbe confessato che Ceccacci, per un certo periodo di tempo, avrebbe spacciato la cocaina in città, e che diversi erano gli acquirenti. Dati che certo non depongono a favore di Biribbino, oggi in aula per la prima udienza dibattimentale che lo vede imputato insieme ai civitavecchiesi Fabio Baldi, Marco Mulas e Marco Bezio. A presiedere il collegio, per la prima volta, il presidente del Tribunale Mario Almerighi, affiancato dai giudici Rubera e Tomasselli. Dei sei testimoni chiamati in aula ieri alla fine è stata ascoltata soltanto la madre della compagna di Massimiliano Ceccacci, che ha risposto alle domande del pm Fasanelli e degli avvocati difensori Cicoria (per Ceccacci) e Tedesco (per Baldi) per oltre due ore. Il processo è partito a seguito dell’ormai nota ‘‘Operazione Biribbino’’ portata a conclusione nel gennaio dello scorso anno con l’arresto, da parte dei carabinieri, di Massimiliano Ceccacci e di altre tre persone, tutte responsabili, a vario titolo, di spaccio e traffico di cocaina, in concorso fra loro. Le indagini avrebbero dimostrato che per circa 4 mesi Massimiliano Ceccacci si procurava settimanalmente circa 50 grammi di cocaina che poi vendeva, sempre secondo l’accusa, attraverso gli altri tre arrestati, a Civitavecchia. Si trattava di un giro d’affari di oltre 4 mila euro a settimana. Il processo è stato poi rinviato al 7 febbraio prossimo per ascoltare la giovane compagna di Ceccacci, altri due testi e conferire l’incarico peritale a Giovanni Nappa, per le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche.


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