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Accusato di estorsione, subito in libertà

I carabinieri lo avevano fermato per la richiesta di 5 mila euro al suo datore di lavoro. Il gip non convalida l’arresto

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CIVITAVECCHIA – Per i carabinieri e per il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, la dr.ssa Alessandra Provazza, si trattava di estorsione. Tanto che un operaio civitavecchiese è finito in carcere con questa accusa sabato pomeriggio. Ma il giudice per le indagini preliminari, il dr. Francesco Filocamo, non era dello stesso avviso e ieri mattina l’ha rimesso in libertà, confermando così la tesi avanzata dalla difesa. L’avv. Ernesto Tedesco, infatti, parla di ‘‘denaro che spettava all’uomo’’ e non certo di un’estorsione in piena regola come era stata descritta dagli inquirenti. Secondo la prima ricostruzione dei militari dell’Arma, infatti, l’uomo, dipendente di una azienda locale, saputo che il suo datore di lavoro stava ricevendo importanti commesse in città e nei comuni limitrofi, avrebbe pensato di ricattarlo, mettendosi in malattia ed impedendogli così di licenziarlo oppure di assumere un altro operaio. L’imprenditore, tra l’altro pressato dalle società che gli avevano commissionato i lavori, avrebbe così ceduto alle pressioni del dipendente, che in cambio del licenziamento aveva richiesto 5 mila euro. Incassata la somma, l’operaio è stato arrestato dai carabinieri che, dopo aver perquisito anche l’abitazione dell’uomo, avrebbero trovato documenti e carte compromettenti. L’operaio è stato associato al carcere di Borgata Aurelia, «ma l’arresto – ha spiegato l’avv. Tedesco – non è stato convalidato né il giudice ha disposto misure alternative. Evidentemente non c’è stata alcuna estorsione».


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