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''Antenna, il Comune non ha rispettato i 90 giorni''

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«Sull’antenna di via Adriana è ora di smettere di giocare con le date e gli atti e di dire piuttosto la verità ai cittadini». È deciso l’intervento dell’ex capogruppo dell’Udc Gino Vinaccia, sulla vicenda che ormai da settimane tiene col fiato sospeso i residenti della zona, nella quale è prevista l’installazione di un impianto H3G. Vinaccia spiega infatti come, a conti fatti, il diniego sia stato inviato dal Pincio «solo il novantunesimo giorno, quindi dopo il termine del quale parla impropriamente l’ex assessore Michelli. Peraltro va detto che il documento redatto dall’allora dirigente Tosini, oltre ad essere tardivo, è anche impreciso. Nella lettera si fa infatti riferimento alla legge 241/90, nella quale però non si parla di 90 giorni, ma si impegna l’amministrazione a dare ‘‘tempestiva comunicazione’’ dei motivi ostativi all’accoglimento della richiesta. Tempestività che in questo caso è stata tutt’altro che rispettata ed anzi confusa con il termine di 90 giorni stabilito dal Codice delle comunicazioni elettroniche. D’altra parte è la stessa Compagnia a sottolineare in una lettera inviata a febbraio, il mancato rispetto dei termini fissati sia dalla 241 che dal Codice e a rivendicare dunque la piena titolarità ad avviare i lavori». A tamponare la situazione ha pensato poi, spiega ancora Vinaccia, documenti alla mano, l’architetto Piacentini, nel frattempo divenuto il dirigente di Area, che, accortosi della mancanza di un nullaosta, necessario in virtù del vincolo archeologico pendente sull’area, ha sospeso i lavori, chiedendo alla compagnia di concordare con il Pincio un nuovo sito, al di là delle vicende procedurali. «Ciò che mi preoccupa – prosegue comunque Vinaccia – è che di questo permesso la compagnia riuscirà prima o poi a dotarsi e dunque a riprendere i lavori. Mi appello dunque al buon senso del gestore, anche per evitare la legittima reazione dei residenti, affinché attenda la nuova amministrazione per concordare una nuova collocazione. Intanto però – conclude – nessuno tenti di nascondere le responsabilità politiche e amministrative di chi, dopo aver agito in modo tardivo ed inappropriato, cerca ora di disconoscere le proprie colpe».


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