Cerasa e Traini divisi dall'Avis
Consiglieri comunali del gruppo Ds contro nel nuovo capitolo nella vicenda Avis, in cui emergono altri particolari che destano perplessità: mentre da un lato per la struttura del parco gestito dall’associazione si commissionavanol lavori di messa a norma per il parco dell’Uliveto, si apprende che quegli stessi lavori non sono poi stati pagati alla ditta che li ha eseguiti, che si è rivolta al giudice.
Gli attori della vicenda, guarda caso, sono oggi componenti dello stesso gruppo consiliare: il Presidente del Consiglio Tiziano Cerasa, che nel 2001 – stando alla versione fornita dalla ditta – da rappresentante dell’Avis insieme al socio Romagnoli commissionò l’impianto elettrico del bar e del ristorante dell’Uliveto, ed il neo-consigliere (ha sostituito Primo Petronilli) Giuseppe Traini, amministratore unico della Elettroimpianti Traini srl, che quelle opere sostiene di averle eseguite, collaudate, consegnate e fatturate, per un totale di 48 milioni di lire.
L’Avis, due anni dopo, ha versato due acconti per complessivi 2532 euro e la società nel 2004 si è rivolta al Tribunale richiedendo i restanti 23575 euro, comprensivi di interessi. Lo scorso 28 febbraio l’avvocato Cinzia Remoli, legale della Elettroimpianti Traini, ha scritto al Comune chiedendo copia dei due provvedimenti con cui il Pincio aveva disposto ‘‘il rilascio delle aree e dei locali ricevuti in gestione dall’Avis per morosità nel pagamento del corrispettivo dovuto e con cui si è disposto il pagamento di tutte le somme dovute al Comune’’.
L’Avis presentò opposizione al decreto ingiuntivo, sostenenendo che ‘‘in realtà l’associazione non ha mai commissionato alcun lavoro, né tantomeno ha mai avuto notizia dell’esecuzione dei lavori’’. Il 14 novembre 2002 è stata contestata la richiesta di pagamento, ribadendo che l’Avis non aveva neppure ricevuto la fattura e contestando anche la corresponsione dei 2532 euro a titolo di acconto.
In attesa di verificare l’esito della controversia e se poi quelle cifre siano o meno state chieste a scomputo degli affitti da parte dell’Avis, resta la ricostruzione dell’avvocato Remoli, contestata dall’associazione: «L’Elettroimpianti Traiani – si legge in una memoria dell’avvocato – fu incaricata dai signori Tiziano Cerasa e Renzo Romagnoli, in qualità rispettivamente di presidente dell’Avis di Civitavecchia e di associato preposto alla gestione del bar ristoro, subito dopo l’aggiudicazione del parco avvenuta il 20 febbraio del 2001, di realizzare l’intero impianto elettrico interno ed esterno a dotazione del complesso immobiliare ricevuto in aggiudicazione. Le opere, iniziate l’otto marzo 2001, sono state terminate il 16 agosto, quando i locali sono stati riconsegnati all’Avis, previo il collaudo dell’impianto, condotto congiuntamente dalle parti. Proprio a seguito del collaudo, su benestare dell’Avis è stata emessa la fattura. Già a luglio l’Elettroimpianti aveva consegnato all’Avis i certificati di messa a norma dell’impianto».
Dunque, un’altra stranezza, che va ad aggiungersi a quelle già rilevate durante il consiglio comunale, come ad esempio la disponibilità sul conto corrente dell’associazione di poche decine di euro, che non spiega dove siano finiti gli incassi prodotti dall’attività commerciale legata al bar ed al ristorante, gettando dubbi che andrebbero chiariti per il bene stesso dell’Avis, sulle modalità di gestione dell’associazione, senza per questo voler intaccare la valenza sociale del ruolo svolto dall’Avis, e la credibilità dei volontari e dei soci donatori di sangue.