Condannati al perpetua trabalzo
Spett.le redazione,
Non è una nuova pena del Codice Penale, ma, di fatto, la scontiamo quotidianamente ed incolpevoli tutti noi cittadini che ci muoviamo su due o quattro ruote (pubbliche o private, non fa differenza) sullo sconquasso delle nostre strade, ammesso che si possano ancora così definire.
E senza contare le tante ginocchia e caviglie insidiosamente attentate ai poveri pedoni dagli altrettanto disastrati marciapiedi… dove esistono!
I nostri figli e nipoti si son fatti adolescenti dal tempo in cui se ne parla… e non vi si provvede: ora credo che stiamo proprio degradando a livello Darfur.
Che dire, ancora, oltre tutto quanto s’è già segnalato e sempre più lamentato?
Lo scetticismo è d’obbligo quando ad ogni cambio di Amministrazione (con tanto di impegni proclamati) s’è dovuto constatare un sistematico nulla di seguito.
Ma noi vogliamo continuare (ingenuamente?) a sperare anche stavolta, ricordando che nell’ultima campagna elettorale non c’è stato uno, che fosse uno, dei programmi declamati dai vincitori e dai perdenti, dai comunali ai circoscrizionali, che non abbia posto nelle priorità “urgenti” il riassetto di strade e marciapiedi, comprese le reiette periferie.
E’ vero che qualche “toppa” s’è vista, ma, come spesso accade, i rimedi hanno sovente esitato un peggioramento del male, nel senso che se “prima” di sobbalzava in giù,”dopo” vi si schizza, o vi si inciampa, in sù…
Con tanto di sperticati ogni volta pubblici ‘‘ringraziamenti’’ per quanto, invece, sono solo atti istituzionalmente dovuti alla cittadinanza che quelle “pezze” ed ogni altro pubblico intervento, stipendi compresi agli addetti e responsabili, se le paga di propria tasca, con la miriade di tasse che vi “pescano”!
Sarà stavolta la volta buona per zittire anche qualche maligno che in passato ha addirittura adombrato qualche specie di tacita intesa scellerata con autofficine ed ortopedici e fisioterapisti, e confutare l’eterna perplessità sull’ ‘‘orchestra che cambia, ma la musica resta la stessa’’?
Speriamo… speriamo che dopo la parentesi estiva si possa apprendere di qualche pianificazione organica che spezzi il perverso andazzo dei cerotti sulle cancrene.
Gennaro Goglia