Gatti: «Mi sto prendendo la mia rivincita»
di CIRO IMPERATO
Poco prima della caduta della giunta Saladini, l’assessore allo sport Alessio Gatti era stato investito dalle polemiche dopo una conferenza in cui in sostanza aveva detto ‘‘ho tanti progetti, ma non so come svilupparli…’’. Paradossalmente a meno di un mese dal commissariamento la città comincia a trarre benefici dal suo lavoro con il ritorno in città della Tirreno Adriatico e la pioggia di euro in arriva da Provincia e Regione per l’impiantistica.
Allora come vive questo momento?
«Non come una rivincita, perché non mi sono mai sentito un perdente. Ero convinto di aver individuato la strada giusta ed i fatti pian piano mi stanno dando ragione».
Aumentano, insomma i rammarichi per non aver potuto proseguire l’esperienza amministrativa?
«Ovviamente, ma sono soddisfatto di tutto quello che ho fatto e punto a proseguire il mio lavoro nella prossima consigliatura. Credo nella possibilità di rivincere le elezioni, soprattutto con un’Unione compatta».
Quali sono stati i punti di forza dell’azione della passata amministrazione?
«Aver istituito un assessorato ad hoc è stato un segnale importante. Abbiamo dimostrato grande interesse per un settore trascurato per troppi anni. Poi abbiamo rivisto e regolamentato tutta l’impiantistica sportiva e soprattutto aver coniugato l’esigenze cittadine con l’attività sportiva».
In molti ora lamentano l’assenza di un punto di riferimento, anche perché alla sua porta bussavano in tanti…
«Si sentiva l’esigenza di un interlocutore ed ho cercato di fare il massimo per tutti».
Alla luce di questa esperienza potrebbe essere un soggetto sul modello della Fondazione dello sport.
«Non proprio la Fondazione, ma un soggetto snello e meno impantanato nella burocrazia. Avevo anche un’idea, ma bisognava annullare la delibera precedente della Fondazione in un Consiglio di cui non mi fidavo».
E lo Stadio del Nuoto?
«Questione da affrontare seriamente, altrimenti sarà ingestibile».
Cosa farà Gatti ‘‘da grande’’?
«Di nuovo l’assessore allo sport e poi chissà…».