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I capolavori di Manasia in mostra alla Rocca Medievale

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di MATTEO MARINARO

Verrà inaugurata il prossimo 9 ottobre alle ore 18, e proseguirà fino a sabato 13 ottobre, presso la galleria d’Arte della Rocca Medievale del Porto di Civitavecchia la mostra personale “Da porto a porto” del pittore livornese Loris Manasia. L’evento, organizzato da Silvia Donati e Federico Marconi, in collaborazione con la Pro Loco di Civitavecchia, porterà in città i lavori di un artista tra i più eclettici dell’arte contemporanea. Tema principale dei suoi quadri: il porto, climax di un immaginario in transito, una tappa intermedia di un percorso di persone e di cose. Con questa mostra l’autore vuole unire Livorno a Civitavecchia – commenta Marconi – è un pittore rock. Oltre alle genti e alle merci, per i porti transitano da sempre idee, mode, vibrazioni, ispirazioni”. Ed ecco allora nelle immagini comparire il porto di Liverpool, le figure di quattro ragazzi che sarebbero passati alla storia come “Beatles” e che accolsero avidamente la musica che arrivava dagli USA, la ascoltarono, la masticarono ed iniziarono a ridarla al mondo con la complicità iniziale di un altro porto, quello di Amburgo. Ancora, lo sguardo malinconico e profondo degli scanzonati bad boys anni ’70, Fonzie e Travolta; la metamorfosi gotica delle varie facce di Betty Boop, da geisha a memento mori; la citazione affettuosa dei miti di casa nostra, Alberto Sordi e Totò, gondole, pizza e 500 rivelano una tenerezza che spazza ogni luogo comune e culmina nelle opere che raccontano l’altra grande passione dell’autore: il rock’n’roll. Le rockstar, come Elvis o Jimi Hendrix ma soprattutto gli amati Ramones, sono il vero alter ego di Loris Manasia. Un artista, che mette maliziosamente al muro le icone e le trasforma nella schiera dei suoi amici immaginari. Insieme a loro riempie dei vuoti e compie dei veri e propri esorcismi scacciando paure e negatività. La pittura diventa esigenza profonda ed inestinguibile, un atto incondizionato come l’alternarsi dei respiri. Ogni pennellata è una frequenza cardiaca. Dipingere è come digerire. Come sudare. “E quando la pittura non rispetta questi canoni – commenta Manasia – non esito un istante a distruggere una tela”. Proprio con la stessa fedeltà a sé stesso, simile a quella del grande Modigliani che gettava, incompreso, le fantomatiche teste nei Fossi di Livorno.


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