Margherita, Carluccio vince il primo round
di MARCO SETACCIOLI
Il congresso della Margherita si svolgerà senza intoppi con le regole che sono chiaramente scritte nello statuto del partito, dando cioè consiglieri ed assessori della passata amministrazione il medesimo peso elettorale degli eletti. È questo in sostanza quanto deciso dal responsabile nazionale del tesseramento del partito rispetto alle specifiche interrogazioni poste in merito alle votazioni per il rinnovo dei vertici della Margherita, previsto per domenica, al termine della tregiorni congressuale e comunicato alla direzione regionale, provinciale e locale. Una decisione che chiarisce i dubbi dell’ex assessore Sandro De Paolis, pretendente alla guida del partito e che dà ragione invece all’impostazione dell’attuale coordinatore della Margherita Valentino Carluccio, candidato invece alla riconferma, secondo il quale una corretta interpretazione dello statuto avrebbe attribuito agli eletti, anche se decaduti un peso pari a 51 voti circa ciascuno, perché, recita il testo della missiva, «gli amministratori decaduti, a quale titolo non fa differenza, sono equiparabili ai candidati maggiormente rappresentativi, in quanto al momento dell’elezione presenti nelle liste della Margherita» a patto che siano in regola con il tesseramento. Novità questa che potrebbe pesare non poco nelle sorti del voto, dal momento che quasi tutti gli eletti sono considerati vicini a Carluccio e difficilmente il loro peso elettorale potrà essere compensato dagli umori dei 673 tesserati aventi diritto al voto. Naturalmente soddisfatto Carluccio, secondo il quale il partito ha solo ribadito cose già note, «perché lo statuto del partito in merito è molto chiaro. Auspico comunque – ha detto – che il confronto, pur nelle differenze, avvenga in moo sereno e costruttivo. Il partito – conclude Carluccio – è in ottima salute ed è con questo convincimento che sposiamo il progetto del partito democratico». Più polemico invece l’intervento di De Paolis. «Rispetto le decisioni del partito sulle modalità i voto – ha detto – ma non trovo giusto che venga dato, attraverso un escamotage, un così grande peso a eletti che non sono tali, perché non in carica, dal momento che molti di loro non sono nemmeno iscritti alla Margherita, perché così si penalizzano i veri militanti. La mia candidatura però resta – ha concluso – perché ritengo che dopo 5 anni il partito, in linea con quanto stabilisce lo statuto, abbia il diritto di avere una nuova guida».