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''Mi hanno ignorato, poi mi hanno mandato il conto''

Paradossale vicenda di malasanità che ha avuto per protagonista uno studente del Liceo G. Galilei. Riccardo Moraldi, punto da una zecca nel giardino della scuola, ha atteso invano 4 ore Ma il giovane, medicato a Tarquinia, si è visto recapitare il ticket per la visita (mai effettuata) del nosocomio civitavecchiese

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OSPEDALE

di GIANTELEMACO PERTICARA’

È una vicenda paradossale quella accaduta al giovane Riccardo Moraldi, alunno del quinto anno del Liceo Scientifico G. Galilei. Lo studente, durante i pochi minuti di ricreazione, proprio nel giardino dell’istituto, è stato infatti punto al braccio destro da una zecca, che ha poi rimosso lui stesso. Una parte del parassita è però rimasta piantata nel suo braccio, tanto da costringere il giovane a decidere di ricorrere alle cure del Pronto Soccorso del San Paolo subito dopo l’uscita da scuola. «Lì – racconta il ragazzo – sono stato accolto all’ufficio triage, che mi ha assegnato un codice bianco (quello con il più basso grado di urgenza, ndr) e alla mia proposta di trattare il caso con priorità leggermente maggiore l’infermiera ha risposto con tono sgarbato. Io non ho fatto obiezioni e ho anzi ubbidito. Alle 14.30 ero ancora sulla mia sedia, mentre il braccio si era gonfiato con velocità sorprendente e aveva assunto un colore più scuro. Ho segnalato la mia lunga attesa, con rispetto e gentilezza. Risultato? Di nuovo una risposta brusca e maleducata, con la quale mi è stato detto che con un solo medico in reparto dovevo portare pazienza». L’incredibile calvario del giovane studente prosegue fino alle 17 (a quattro ore dall’arrivo al Pronto Soccorso e a ben sei dalla puntura dell’insetto), quando, dopo l’ennesima risposta brusca e nuovamente negativa da parte dell’infermiera, il ragazzo decide di trasferirsi al nosocomio di Tarquinia, dove le sue condizioni vengono valutate di massima urgenza, tanto da richiedere l’intervento immediato di un medico, «il dottor Enzo Fommei – racconta – che mi ha assegnato precedenza assoluta, nonostante il non trascurabile numero di persone all’esterno del pronto soccorso. Il medico – prosegue il ragazzo – ha rimosso con abilità la parte di zecca, sottolineando la pericolosità del caso e rimproverandomi per il troppo tempo trascorso con il corpo estraneo nel braccio. Da notare – precisa Riccardo – il fatto che il pronto soccorso di Tarquinia era dotato di ben due dottori, anziché uno solo, nonostante le dimensioni ridotte dell’ospedale rispetto a quello di Civitavecchia e all’ancora più ridotto bacino di utenza». Una vicenda a dir poco assurda, che non poteva che avere un’ancor più assurda conclusione. Proprio oggi il giovane si è visto infatti recapitare dalla Asl, con una raccomandata, il conto del ticket per la visita da parte del Pronto Soccorso del San Paolo, visita naturalmente mai effettuata.


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