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Riformisti & Co., Moscherini si guardi dalle ‘‘cagnare’’

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Carlo Biferali
car.bif@katamail.com

Leggo con stupore quanto affermato da tale Angelo Pierotti, persona a tutti nota non certo per doti politiche, quanto piuttosto per le sue intemperanze inscenate nella pubblica piazza. Stupore perché simili espressioni del folklore civitavecchiese pretendono di accreditarsi come navigati esponenti politici, in grado di giocare un ruolo determinante nei futuri assetti locali, anziché candidarsi alla prestigiosa carica di opinionista da bar, figura che in città va per la maggiore.
Ma se anche si volesse chiudere un occhio sull’autore, non si può non soffermarsi sul sagace contenuto dell’intervento, che meglio di ogni cosa testimonia in quali acque il sindaco sia al momento chiamato a governare la nave. Ciò che sfugge a me, così come a qualunque altro lettore della politica è il motivo di tanto accanimento contro l’attuale assessore all’Ambiente, che, per carità, a livello personale può avere le sue ragioni di esistere, ma che al prode Pierotti sembra ragione sufficiente per paralizzare l’intera amministrazione cittadina. Con tutti i problemi che esistono a Civitavecchia, ci spieghi lui il perché un sindaco che si è posto l’obiettivo di traghettare questa città finalmente fuori dalla nebbia, di gettarsi alle spalle sessant’anni ininterrotti di malgoverno, dovrebbe fermare tutto per risolvere un problema che interessa solo lui e pochi altri esponenti del suo presunto movimento.
Quello che veramente non si spiega è la ragione per cui lui e il suo consigliere non utilizzino il loro tempo per qualcosa di assai più utile alla collettività, anziché fare capricci.
Sia chiaro che nessuno vuole difendere Fabiana Attig, che a mio avviso per sensibilità istituzionale avrebbe dovuto da tempo dare le dimissioni, per non coinvolgere l’amministrazione nelle vicende giudiziarie che la riguardano, ma d’altra parte lo stesso Pierotti sotto questo punto di vista non è proprio quello che si direbbe un esempio di virtù, visto che, fiero delle numerose querele, se ne sta splendidamente a fare il coordinatore (anche se solo di se stesso).
La vera domanda allora non è perché il sindaco non si sia ancora tuffato di testa nelle “cagnare” che sono e devono restare interne ai partiti, ma semmai cosa queste tristi e curiose uscite nascondano. Che siano state scelte solo per celare ben altre inconfessabili richieste? O si tratta invece solo di una antipatia personale portata alle estreme conseguenze?
In ogni caso la premiata ditta Pierotti & Co. da oggi deve delle scuse al sindaco e a questa città, con la speranza che Moscherini voglia guardarsi le spalle da due personaggi dagli ambigui atteggiamenti politici e dalle ancora più ambigue intenzioni e che spenda le sue energie per cose ben più utili per la collettività.


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