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Stupro a Tarquinia: Pannone resta in carcere <br />

Il gip, Nicola Di Grazia, ha confermato la custodia cautelare nei confronti del meccanico accusato di aver violentato la ex convivente Il legale difensore, Giulio Piras: «Ricorreremo al tribunale della Libertà perché il provvedimento è eccessivo». L’uomo: «Lei era consenziente» Sarebbe soltanto una pistola giocattolo quella posseduta dall’indagato. I due si sono separati da un mese ed hanno un figlio di 4 anni

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di GIANTELEMACO PERTICARA’

TARQUINIA – Resterà in carcere Marco Pannone, il meccanico di 38 anni di Tarquinia, accusato di violenza sessuale nei confronti della ex convivente di 25anni. Il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Civitavecchia, dottor Di Grazia, ha ritenuto infatti necessaria la custodia cutelare in carcere dell’indagato pur non avendo confermato il fermo di polizia, perché non sussiste il pericolo di fuga. «Ricorreremo al Tribunale della Libertà – ha detto l’avvocato difensore, Giulio Piras – Si tratta infatti di una persona incensurata e stimata da molti, che non ha mai torto un capello a nessuno. Riteniamo dunque fuori luogo ed eccessiva la custodia cautelare». Il ricorso sarà depositato presso il tribunale della citta portuale entro dieci giorni e poi il giudice entro venti giorni si esprimerà sul caso. Intanto emergono nuovi particolari sulla vicenda, ancora tutta da ricostruire, che sarebbe accaduta la notte di sabato nella località di campagna alla periferia di Tarquinia. I due sono stati fidanzati per 14 anni. Si recavano spesso in quella zona di campagna già da fidanzati e quella sera si erano incontrati per discutere del loro futuro. Da un mese si sono infatti separati, pur avendo un figlio di quattro anni. La donna è tornata a vivere con la madre ma avrebbe continuato a frequentare senza problemi la casa dell’ex compagno che continuava anche a pulire. Ma quella notte qualcosa è cambiato. Forse da una lite è scaturita una vicenda inaspettata per entrambi. Il meccanico nelle sue dichiarazioni si è professato innocente ed ha dichiarato che non c’è stata alcuna costrizione: «Lei era consenziente». Ma la donna, secondo i referti medici dell’ospedale Belcolle di Viterbo e di Tarquinia avrebbe subito una violenza. Proprio dall’ospedale sarebbe partita l’indagine e per questo il tribunale ha proceduto d’ufficio, senza che ci fosse alcuna querela da parte della presunta vittima. Secondo la versione dell’accusa Pannone avrebbe costretto la donna sotto minaccia di una pistola. Ma la difesa precisa: «Si è trattato di una pistola giocattolo che la ragazza conosceva bene. Sapeva che non c’era alcun pericolo». Intanto la città resta sconcertata dall’ennesimo episodio di violenza che si registra nel comprensorio e le opinioni si dividono.


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