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Terminal auto, Csl pronta a riassumere

La cooperativa presieduta da Primo Petronilli è disponibile a riassorbire i 20 ex dipendenti, licenziati con la perdita dell'appalto da parte della Seloc. I lavoratori chiedono un diritto di prelazione

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Sembra ancora lontana la soluzione della vicenda relativa alla gestione dei due terminal auto T1 e T2, che vede coinvolti diverse società e circa 50 operatori, 20 dei quali hanno perso il lavoro tra ottobre e gennaio. Una situazione paradossale, come sottolinea il portavoce Angelo Nunzi, che ha lasciato i lavoratori, che per un anno e mezzo hanno gestito il terminal, letteralmente a casa, nonostante il volume di traffici del settore sia in costante crescita. «Ora – afferma – quello che chiediamo è solo che, qualunque sia il gestore al quale sarà affidato il servizio, si faccia carico non solo dei dipendenti ex Seloc, ma anche di noi, prima di ricorrere all’assunzione di personale non ancora formato. Perché nel terminal c’è abbastanza lavoro per tutti ed esistono i margini per nuove assunzioni». Al loro fianco anche il Centro Servizi Logistici, di Primo Petronilli, presso il quale tutti e 20 hanno lavorato fino a pochi mesi fa, e che si dice pronto a riassumerli tutti, a patto di tornare a gestire il servizio. Proprio alla Csl la Seloc aveva subappaltato la gestione dei servizi del terminal T2, tenendo invece per sé il navettamento dal porto ai terminal e da un terminal all’altro. Nei mesi scorsi però la società CTA, concessionaria delle aree, ha deciso di non rinnovare il contratto alla Seloc, e di affidare temporaneamente il servizio alla Cilp (gruppo Compagnia Portuale). Una scelta in seguito alla quale tutti i soggetti PROTESTAinteressati sono stati chiamati a sedere attorno ad un tavolo, per salvaguardare i 26 lavoratori Seloc, passati, in seguito alla trattativa, direttamente alle dipendenze della CTA. Dal tavolo però sono rimasti fuori i lavoratori Csl, rimasti nel frattempo senza lavoro, proprio per l’interruzione del contratto CTA-Seloc, i quali oggi chiedono una sorta di ‘‘diritto di prelazione’’, perché, spiega ancora Nunzi, «abbiamo già un anno e mezzo di esperienza alle spalle». Una questione spinosa sulla quale è anche in corso un tavolo regionale, al quale la Csl chiede ora di essere ammessa, ma i cui lavori vanno a rilento.


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