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''Una Giunta incapace nata con le ore contate''

Le reazioni. Durissimo il capogruppo dell’Udc Gino Vinaccia: «Gli incarichi solo l’epilogo». Gino Lorenti Garcia (Prc): «Chi semina vento raccoglie tempesta, sconfitti Ds e Margherita». Balloni (Polo Civico): «Chi ha spaccato il centro sinistra ha fatto solo danno». La Lista Saladini: «Scelta sofferta ma necessaria»

Le reazioni. Durissimo il capogruppo dell’Udc Gino Vinaccia: «Gli incarichi solo l’epilogo». Gino Lorenti Garcia (Prc): «Chi semina vento raccoglie tempesta, sconfitti Ds e Margherita». Balloni (Polo Civico): «Chi ha spaccato il centro sinistra ha fatto solo danno». La Lista Saladini: «Scelta sofferta ma necessaria»

DEPOSIZIONEdi MARCO SETACCIOLI

«Non si tratta di una congiura, di una iniziativa carbonara, ma solo del naturale risultato di una crisi che viene da lontano». Così l’ormai ex capogruppo dell’Udc GinoVinaccia commenta la caduta della Giunta e tutti i fatti della mattinata. «È sotto gli occhi di tutti – prosegue Vinaccia il malessere che si era creato da subito all’interno della maggioranza. Una maggioranza che, per dirla tutta, è nata con i giorni contati». Gli elementi che secondo l’ormai ex consigliere hanno contribuito a creare questa situazione sono «l’improvvisazione, l’incapacità e l’inefficienza amministtrativa, che hanno poi portato alla paralisi amministrativa, davanti alla quale la maggioranza si è arroccata ed è infine implosa. C’è poi quella che io chiamo autoreferenzialità, che sta tutta nell’incapacità di dialogare non solo con l’opposizione, ma anche con quelle frange della maggioranza che si erano fatte interpreti di un legittimo disagio. Infine c’è l’elemento chiave della distribuzione indiscriminata degli incarichi. Ma precedenti esperienze dovrebbero aver dimostrato che non è certo attraverso poltrone remuneratissime che si compongono fratture politiche».
Molte, nel corso della mattinata, le altre reazioni dei firmatari.
I primi ad esprimersi a caldo, subito all’uscita dall’Ufficio Protocollo, sono stati Gianfranco Bergodi, Fabrizio Reginella e Marco Di Gennaro, della Lista Saladini, che si sono detti rammaricati per il fatto di essere dovuti arrivare alle dimissioni di massa, sottolineando come la decisione sia sofferta. «D’altra parte – hanno detto – l’incomunicabilità era ormai palese, i risultati di questi primi mesi di gestione sono sotto gli occhi di tutta la città. Si tratta di una scelta naturalmente dolorosa, ma dovuta proprio da chi ha il compito a questo punto di prendere atto davanti ai propri elettori della impossibilità di realizzare quanto promesso in campagna elettorale».
Fermo Marco Piendibene che ha parlato di scelta inevitabile, «visto che la città è immobile e persino discutere con la maggioranza era ormi diventata impossibile. La città non ha visto nulla del cambiamento promesso, mentre l’unica attività febbrile è stata quella di ricerca e di spartizione degli incarichi. Abbiamo atteso per qualche mese – ha concluso – ma ora non potevamo più aspettare».
Sempre da sinistra sono arrivate poi le bordate più pesanti con il segretario di Rifondazione Gino Lorenti Garcia, che, riprendendo un detto popolare, spiega che «chi semina vento raccoglie tempesta. La fine ingloriosa e repentina di questa amministrazione – aggiunge Garcia – dimostra che lo squadrismo non paga e che generare spaccature come ha fatto una parte del centro sinistra non può portare nulla di buono. Ritengo, a questo proposito, che si tratti di una sonora sconfitta soprattutto per la classe dirigente dei Ds e della Margherita. Auspichiamo che ci sia al più presto un cambiamento di atteggiamento e che si possa riprendere un dialogo per risolvere i problemi della città».
Su questa linea anche il capogruppo del Prc Gino De Paolis, che sottolinea come il Prc non abbia condiviso sin dall’inizio il progetto politico di Saladini e come l’esito dell’amministrazione abbia in effetti «dato ragione a chi vedeva nero. Per quanto ci riguarda – afferma De Paolis – ricominceremo a parlare con la gente ed a confrontarci, proseguendo con coerenza sulla nostra linea politica e senza mai perdere di vista il codice etico, che per noi resta una pietra miliare per il buon governo di questa città».

Tra le reazioni c’è anche quella del capogruppo di Forza Italia Gabriella Saracco, che pur parlando di decisione sofferta, ha anche detto che «il blocco imposto dall’attuale amministrazione a tutta la città, ai cantieri, ai progetti e ad ogni altro aspetto della vita cittadina, ha imposto una scelta drastica e comunque sofferta. Ci auguriamo ora – ha concluso Gabriella Saracco – che la prossima amministrazione sappia rispondere alle esigenze di Civitavecchia».DEPOSIZIONE

Secondo Enrico Zappacosta (An) «non è il fallimento di un uomo solo ma di un’intera Amministrazione stritolata dalle ingerenze esterne di qualche politico del territorio e, diciamolo, anche dall’incapacità di assuicurarsi la guida del porto. E così la città è rimasta ferma». Ironico invece il commento di Marsili. «Come medico e radicale – ha detto – ho deciso di dire no all’accanimento terapeutico e fare ciò che ogni buon medico dovrebbe fare». Poi il tono si fa più serio. «Siamo stati costretti- afferma Marsili – ad un governo a base di supponenza ed alterigia, di distribuzioni allegre di incarichi (che, De Sio insegna, innescano una spirale irrefrenabile) e di servilismo rispetto ad alcune famiglie della politica cittadina, come dimostrato dai casi Etruria e Ato. Quello di cui la abbiamo bisogno ora – ha detto ancora il medico – è non già dei Flamini e dei Carluccio, ma di dare vita ad un governo con una larga maggioranza, che recuperi il gap col porto, che continua ad andare a 1000, mentre la città va ancora a 10».
Duro anche Alvaro Balloni, secondo il quale «non è possibile governare con l’arroganza e la supponenza. D’altra parte la brevità di questo mandato dimostra chiaramente che chi si è preso l’enorme responsabilità di spaccare il centro sinistra e il partito dei Ds, per poi caldeggiare una simile candidatura, lo ha fatto per non ottenere che danni. La città infatti non ha assolutamente ottenuto alcun beneficio dalla presenza di questa amministrazione, ma ha anzi provveduto a sperperare denaro per incarichi che non servono a Civitavecchia. Il risultato alla fine è evidente: Saladini alle sue spalle non lascia altro che una città delusa da tanta inefficienza e pressappochismo».

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