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Usura: Cappelletta bloccato durante lo scambio

Tarquinia. Emergono nuovi particolari sull’arresto del titolare del ristorante-stabilimento balneare Chalet del Pescatore Martedì pomeriggio, poco dopo l’incontro con Milaneschi, presunta vittima, il ristoratore è stato braccato dalla GdF Le banconote oggetto della transazione erano state fotocopiate. In molti difendono l’imprenditore che si trova agli arresti domiciliari

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TARQUINIA – Emergono nuovi particolari  sull’arresto, avvenuto la scorsa settimana, dell’imprenditore Fabio Cappelletta, il quarantenne titolare del ristorante-stabilimento balneare Chalet del Pescatore, situato al Lido nei pressi della foce del fiume Marta. L’uomo, accusato di usura, è da giorni ristretto ai domiciliari su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Secondo nuove indiscrezioni, Cappelletta, che giovedì scorso è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia, sarebbe stato bloccato dalla Guardia di Finanza di Tarquinia in flagranza di reato. Il blitz delle fiamme gialle risale a martedì pomeriggio, quando i baschi verdi sono intervenuti proprio durante lo scambio di denaro tra il presunto usuraio, Fabio Cappelletta, e la presunta vittima, Giulio Milaneschi, l’ex titolare della delegazione Aci. L’incontro tra i due è avvenuto al culmine di una serie di minacce telefoniche ma anche di tipo incendiario che nelle ultime settimane avevano visto Giulio Milaneschi preso di mira nella sua abitazione di Monte Romano. Il giovane imprenditore Cappelletta – molto conosciuto in città con il soprannome di ‘‘Fabio il foce’’, e anche per aver gestito, nello stesso stabilimento, una sorta di discoteca all’aperto durante i mesi estivi -, avrebbe tentato anche la fuga, senza tuttavia riuscire ad eludere la fitta rete della Finanza che per l’operazione avrebbe studiato ogni particolare. Ancora nessuna conferma giunge da parte della tenenza di Tarquinia, alle prese, secondo indiscrezioni, con una operazionme ancora in atto che dovrebbe produrre nuovi risultati a giorni. Intanto la città sulla vicenda si divide: molti giovani si schierano in difesa dell’imprenditore che, a detta di molti, non coduceva uno stile di vita agiato o che in ogni caso potesse indurre a simili sospetti di attività usuraia. Saranno però le movimentazioni sui conti correnti a fare luce sull’attività del ristoratore. Secondo indiscrezioni le banconote utilizzate per la transazione di martedì scorso sarebbero state preventivamente fotocopiate e il raffronto sarebbe inconfutabile. «Milaneschi era da tempo nel vortice dell’usura, in una spirale infinita di prestiti e di interessi», si limita a confermare il legale della presunta vittima, l’avvocato Remigio Sicilia. Anche lo scandalo dei bolli falsi, nel quale Milaneschi è stato coinvolto due anni fa, potrebbe dunque essere collegato proprio alla disperazione di un uomo che, dopo aver chiesto prestiti per far fronte a gravi debiti, si sarebbe trovato a dover pagare interessi stratosferici.
Ale. Ro.


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