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Tidei, un labirinto di società 

I DOCUMENTI DIFFUSI DAL CANDIDATO DEL POLO DELLE LISTE CIVICHE. Partecipazioni della holding di famiglia in numerose imprese immobiliari

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Il mio amico Tidei prima era un politico che aveva bisogno del sostegno delle imprese per fare politica, da tempo sembra agire come un imprenditore che ha bisogno della politica per far espandere le aziende di famiglia. Il commento, con un tono fra il serio e il faceto, è di un noto amministratore pubblico del comprensorio. Oggi, alla luce dei documenti distribuiti da Alvaro Balloni, assume un risvolto diverso. Lo schema diffuso dal candidato sindaco del polo civico che vuole spezzare il connubio fra politica e affari disegna una vera e propria holding familiare, la T & T, posseduta al 100% dai Tidei, titolare di quote di società  immobiliari e di costruzioni attive sul territorio. Nulla di male, se non fosse per il fatto che Pietro Tidei, oltre ad essere stato il deputato del collegio fino a un mese fa, dallo scorso anno è sindaco di Santa Marinella. E proprio nel 2005, stando ai documenti della Camera di Commercio, la società  della famiglia ha intensificato l'acquisizione di quote in aziende che operano nel settore edilizio, in particolare nell'area tra Civitavecchia e Santa Marinella, con sedi presso vari studi di commercialisti in città  e nella capitale.

Punicum (poi ceduta), Odescalchi, Intercantieri (con partecipazioni anche nel Consorzio di Urbanizzazione del comparto B del piano di lottizzazione di zona 6 di Prg, a San Liborio), Marina 2, Le Ginestre: tutte società  in cui entra la holding''. Senza contare poi la Delta 2002, in cui figurano l'amministratore della stessa T & T ed altri parenti più o meno stretti, inseriti anche in ulteriori srl, con cui la T & T ha scambiato quote di altre imprese. E' il caso della Società  per lo Sviluppo di Iniziative Commerciali e Turistiche che peraltro ha fatto e continua a fare ricorso ad intestazioni fiduciarie delle quote, partecipando anche a sua volta alla Stone & Green srl, che risulta essere proprietaria della cava dei Sassicari. Un fornitore dello stesso tipo di pietra utilizzata anche per la realizzazione delle banchine portuali. Insomma, un vero labirinto di quote, partecipazioni, fiduciari, soci più o meno noti che potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. E che, dai primi bilanci disponibili, lascia emergere un giro di affari di diversi milioni di euro.


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