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Banchina 23, altri indagati

Banchina 23, altri indagati

Il caso ferrocromo. Si allarga l’inchiesta della Procura. Nel mirino degli inquirenti anche la Spedimar, Interminal  e la Cooperativa Impresa Lavori Portuali, tutte senza autorizzazione

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CIVITAVECCHIA – Si allarga ancora l’indagine sul ferrocromo alla banchina 23 del porto. Oltre alla Traiana, a finire sul registro degli indagati sono anche i responsabili di altre tre ditte, la Spedimar, Interminal e della Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali. Per tutti le ipotesi di reato sono sempre le stesse, ovvero l’assenza di autorizzazione della Provincia e la dispersione di polveri. Queste però, oltre al materiale ferroso destinato alle acciaierie, movimentano anche altri materiali, quali fluorite, caolino, argilla e coke di petrolio. Come per la Traiana, anche in questo caso sono stati i carabinieri del Noe, coordinati dal procuratore capo Gianfranco Amendola, che ha in carico l’intera inchiesta, a scoprire le presunte inadempienze delle tre società. La magistratura inquirente è arrivata a queste altre tre società, proprio indagando sulla vicenda ferrocromo, dopo aver visionato tutta la documentazione relativa alle concessioni alla banchina 23. 
Indagine che è iniziata dopo un esposto presentato dal Forum Ambientalista, e che ha portato al sequestro dell’area in dotazione alla Traiana. La stessa Traiana comunque, ha già presentato un istanza di dissequestro, che ora logicamente dovrà essere valutata dalla Procura, che dovrà dare il suo parere, ma la decisione ultima spetterà al giudice per le indagini preliminari del tribunale di via Terme di Traiano, che dovrà valutare se accogliere o meno la richiesta dei legali della società finita sotto inchiesta.


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