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Rifiuti di Roma a Cupinoro: no dei sindaci

Rifiuti di Roma a Cupinoro: no dei sindaci

Presa di posizione dei primi cittadini di Cerveteri e Ladispoli Pascucci e Paliotta. Intanto Giuliano Sala da Bracciano ribadisce: "Non possiamo diventare l'alternativa a Malagrotta. Lo dicono i numeri. La politica romana ha fallito"

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BRACCIANO – Il decreto disposto dal commissario ai rifiuti Goffredo Sottile  per inviare i rifiuti trattati di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano presso la discarica di Cupinoro, a Bracciano, fa insorgere i sindaci di Cerveteri e Ladispoli che esprimono la più ferma contrarietà alla decisione di conferire nel sito di via Settevene Palo. «Prendiamo atto, con sconcerto e rabbia, della gravissima decisione del Comune di Bracciano di aprire le porte delle discarica di Cupinoro ai rifiuti di un bacino di produzione che comprende comuni di alta densità demografica, quali Ciampino e Fiumicino, lo stato del Vaticano e addirittura la Capitale Roma, metropoli di oltre 3 milioni di abitanti», dicono Alessio Pascucci e Crescenzo Paliotta. Il decreto infatti prevede il trasferimento presso la discarica di Settevene Palo, fino al 31 dicembre 2013, di 20mila tonnellate di rifiuti trattati ad un prezzo che sarà corrisposto alla società Bracciano Ambiente che gestisce la discarica, pari a 60 euro a tonnellata. «Una decisione assurda e illogica – dicono i due Sindaci – che ha come conseguenza la penalizzazione irreversibile di un territorio vocato a ben altre finalità (turismo culturale, balneare, archeologico, naturale e termale). Basta con lo scempio di questo territorio, basta con la penalizzazione delle popolazioni che hanno pagato, loro malgrado, un tributo già troppo alto decretato dall’incuria e dall’incapacità delle Istituzioni». «È evidente – rimarcano i due primi cittadini – che tale decisione danneggia profondamente l’economia locale fondata prevalentemente sul turismo e sull’agricoltura. È doveroso che gli amministratori locali siano coinvolti nelle decisioni strategiche sulle tematiche che hanno a che fare con l’ambiente e la salute. Per questo chiederemo immediatamente un confronto con il sindaco di Bracciano Giuliano Sala». «E’ vergognoso – tuonano i due amministratori – il fatto che abbiamo dovuto apprendere questa decisione dai giornali. La discarica, anche se sita nel comune di Bracciano, ha ovviamente conseguenze dirette anche nei territori limitrofi, in particolar modo nei comuni confinanti. Oggi non sappiamo quale sia la strategia complessiva e non possiamo restare a guardare inermi. Subito dopo questo confronto informeremo prontamente la cittadinanza. Non vorremmo che una scelta temporanea si trasformi, come è successo in tanti altri casi, in una decisione definitiva. Non consentiremo a nessuno di portare i rifiuti di Roma nel nostro territorio». Dal canto suo, il sindaco di Bracciano Giuliano Sala ha ribadito: «Tutti i rifiuti che arrivano da Roma nella discarica Cupinoro sono trattati – ha detto ai microfoni di radio Manà Manà -. Prima invece a Cupinoro c’erano rifiuti indifferenziati, quindi ora c’è sicuramente una migliore situazione di controllo ambientale. Qualcuno però pensa che questa discarica possa diventare l’alternativa a Malagrotta. Ciò non è possibile perchè Roma produce 65mila tonnellate al mese e 800mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati e noi gli diamo uno spazio per 20mila tonnellate. Il 6 agosto il ministro dell’Ambiente Orlando ha emesso una circolare nella quale è previsto che i rifiuti non trattati non possono entrare in discarica. Questo significa che dal 1 novembre i 26 comuni del bacino che conferiscono a Cupinoro dovranno provvedere a trattare i rifiuti negli impianti. Roma ha un problema serio e deve risolverlo. La politica romana ha fallito, perchè negli scorsi anni non è riuscita a trovare un’alternativa definitiva a Malagrotta». (Ale.Ro.)


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