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"Rifiuti zero" di Fiumicino: "Bracciano non deve essere la nuova discarica di Roma"

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FIUMICINO – Anche il Comitato Rifiuti Zero di Fiumicino insorge contro l’utilizzo della discarica di Cupinoro per i rifiuti trattati di Roma. “Tutti concentrati su Falcognana mentre, senza proferire parola, Sottile firma il decreto per Cupinoro! Perfetto, vecchio copione che altro non è che una variante al “firmo il decreto il giorno di natale, di pasqua o di ferragosto”. Qualcuno di noi l’aveva immaginato da tempo! Non vogliamo essere allarmistici, né asserire che senza ombra di dubbio Cupinoro diventerà la nuova cittadella (…ella si fa per dire) dei rifiuti, ma è certo che la scelta, scaturita, scrivono i giornali, dall’attenzione che si pone quotidianamente alla lettura dei bandi della Bracciano Ambiente ci lascia un po’ perplessi. Sappiamo che Cupinoro, in base al Programma Pluriennale 2013-2017 della società prevede un ampliamento da 450.000 mc (400.000 tonn. circa) in attesa di VIA regionale, un impianto TMB da 90.000 t/a finalizzato, si dice, al recupero di materia, un digestore anaerobico con annesso impianto di compostaggio, probabilmente una richiesta di recupero volumetrie sull’attuale Cupinoro”. “Quindi – dicono i comitati – nessuna certezza ma ragionevole preoccupazione che queste 20.000 tonnellate di CER 191212, rifiuti derivanti dallo scarto di lavorazione degli impianti TMB, possano trasformarsi in altro di ben più consistente e duraturo”. “Bracciano è un comune di circa 20.000 abitanti  a 40 kilometri dalla capitale – ricordano gli ambientalisti – ben altra situazione rispetto alla Falcognana con i suoi oltre 100.000 abitanti, un comune che nella Bracciano Ambiente, ora sull’orlo della bancarotta, e nelle discarica vede una delle risorse economiche e lavorative del paese e per la cui salvezza potrebbe accettare qualsiasi ancora di salvezza, stavolta una parte seppur modesta dei rifiuti di Roma da cui attingere una boccata d’aria di 1.200.000 euro. Il lavoro potrebbe, anche nel caso di Bracciano, essere usato come arma di ricatto, messo sulla bilancia in contrapposizione alla salute e  tutela ambientale. Appare insolito che Zingaretti e Civita, dopo un lunghissimo ed ingiustificato silenzio considerata la gravità dell’emergenza rifiuti romana, abbiano parlato negli ultimi giorni solo della chiusura (termine abbastanza improprio) di Malagrotta e dell’avvio di Falcognana, tacendo su Cupinoro, come se questa  non sia stata considerata mai come possibile  scelta.  Tacere sino alla firma del decreto su Cupinoro è servito sicuramente ad evitare l’attenzione sociale che sempre accompagna l’indicazione di un sito. Cupinoro, discarica di “tal quale” come Malagrotta e che come questa andrebbe segnalata alla Unione Europea per l’avvio della procedura di infrazione,  dovrebbe essere utilizzata solo fino a dicembre, ma non sappiamo cosa potrà succedere a gennaio, c’è un piano rifiuti in elaborazione che sembra orientato purtroppo  ancora al recupero energetico sotto varia forma. Le premesse quindi non sono buone ma questo territorio, anche se con clamori e possibilità diversi rispetto a quelli di altre situazioni, saprà certamente mantenere alta l’attenzione e contrastare qualsiasi silenziosa decisione”. “Noi crediamo che servano certezze per i tempi di chiusura dell’attuale Cupinoro – concludono dal Comitato rifiuti zero di Fiumicino – in modo da cessare l’illegalità dello sversamento del tal quale, sulla disponibilità di risorse economiche per il capping e la gestione post-mortem, una chiarezza sull’utilizzo del nuovo invaso da 450.000 mc, sui tempi di realizzazione dell’impianto TMB che dovrà servire alla lavorazione dell’indifferenziato proveniente dai comuni del bacino di conferimento (ma la faranno mai la differenziata al 65%?), chiarezza sul futuro della Bracciano Ambiente, anche sul fronte occupazionale, ricordando che la richiesta di ampliamento VAIRA 1 è stata avanzata dalla società stessa, quella dei bandi per la vendita di spazi di discarica, e non dall’amministrazione di Bracciano”.
 


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