Pubblicato il

Tirrenica, sgomberato il chiosco dei fratelli Podda

Tirrenica, sgomberato il chiosco dei fratelli Podda

TARQUINIA. Blitz interforze stamane al punto vendita situato sull'Aurelia. Momenti di alta tensione alle 5. Bernardo, colto da malore, è stato liberato dalle catene. Il figlio è salito sul tetto. All'interno, Patrizio e due dipendenti incatenati al collo. I Vigili del fuoco hanno tagliato la serranda e iniziato la demolizione della vetrina. Il sindaco Mazzola, giunto sul posto alle 6,30, ha avviato una mediazione. Ma poco dopo le 15 il Tar ha rigettato il ricorso presentato ieri dai due imprenditori. Ruspe al lavoro ancora alle 18: "Siamo rovinati"

TARQUINIA – Quello che si temeva alla fine è accaduto. Blitz interforze stamane alle 5 presso il chiosco dei fratelli Podda. Momenti di alta tensione si sono verificati all’arrivo di Polizia, Digos, Carabinieri, Finanza e Vigili del fuoco decisi a smobilitare il casotto per la vendita dei prodotti locali, quali formaggi e salumi, sulla base di una ordinanza del prefetto che però prevedeva lo sgombero nel giorno 16. Un atto di forza al quale si sono opposti con grande determinazione i due imprenditori, sostenuti da famigliari, dipendenti e cittadini. Bernando Podda si è fatto trovare incatenato all’esterno del chiosco, mentre all’interno, con una catena al collo collegata al bancone, c’era il fratello Patrizio e due dipendenti. Il figlio di Bernardo è invece salito sul tetto del punto vendita e lì è rimasto per ore. I manifestanti, presenti sul posto da due giorni, hanno fatto una catena umana nel tentativo di impedire l’ingresso alle forze dell’ordine. Ma i vigili del fuoco non hanno voluto sentire ragioni. Inevitabili i tafferugli. I pompieri hanno liberato dalle catene prima Bernardo, colto da malore e trasferito in ambulanza presso l’ospedale, poi hanno tagliato la serranda del negozio e iniziato anche a distruggere i vetri d’ingresso.  A quel punto ha prevalso il buon senso e l’azione è stata bloccata per aprire una trattativa. Sul posto, intorno alle 6,30, è giunto il sindaco Mauro Mazzola che ha preso in mano la situazione avviando una mediazione. Il primo cittadino ha anche telefonato ad Antonio Bargone, presidente della Sat, per illustrare la situazione di difficoltà ed avviare una trattativa al fine di allungare i termini di chiusura del chisco, almeno fin dopo Natale. Intanto, già da ieri i fratelli Podda per tutelarsi hanno inviato, con il supporto dei loro avvocati, un ricorso urgente al Tar per segnalare l’illegittimità del provvedimento interforze previsto per un giorno diverso rispetto a quanto riportato sull’ordinanza. Il futuro prossimo dell’attività dei fratelli Podda è appeso ora ad un filo, cioè al pronunciamento del Tar previsto per oggi alle 15. Il tribunale amministrativo regionale potrà, in sostanza, accogliere la richiesta degli imprenditore locali e autorizzare quindi la riapertura temporanea del chiosco che da oggi risulta ufficialmente chiuso, oppure potrà respingere la richiesta e decretare così la fine di una attività tra le più importanti e redditizie del territorio. Il sindaco Mauro Mazzola, da parte sua, si è impegnato anche lui a scrivere una lettera al presidente del Tar affinché, nella legalità e secondo giustizia, tenga presente la complessa situazione. Ma tutto ciò a nulla è servito. Poco dopo le 15 è infatti arrivato il tragico responso: “Non c’è più nulla da fare per salvare il chiosco dei Podda”. Il pronunciamento del Tar ha infatti respinto la richiesta di blocco dello sgombero del chiosco. Subito, sull’area, pronto il camion con il braccio che sotto il controllo delle forze di polizia ha iniziato a smobilitare il chiosco.Intorno alle 17 è stato rimosso il bancone. Intanto si sa che alle 18 ci sarà un nuovo incontro tra il sindaco Mauro Mazzola, i due imprenditori e la Sat, società autostrada tirrenica, per trovare una soluzione che a questo punto dovrà concentrarsi sulla possibilità di un adeguato risarcimento e di una nuova collocazione per la struttura, che in ogni caso dovrà essere posizionata fuori del nascente tratto autostradale. L’accoglimento da parte del Tar delle richieste dei fratelli Podda avrebbe invece consentito ai due imprenditori di riaprire temporaneamente l’attività, consentento lavoro per i dipendenti e incassi per l’azienda, in attesa, almeno, di una possibile soluzione che in un tavolo successivo sarebbe stata studiata in accordo con la Sat. Poco prima delle 18 i fratelli Podda hanno abbandonato il chiosco e difeso l’unica cosa rimasta loro, la dignità. “E’ stata una giornata straziante – commentano i fratelli Podda – Ci hanno tolto tutto. La drammaticità della situazione è stata colta da tutti. I dipendenti piangono, molti cittadini piangono. Ho visto piangere anche poliziotti e vigili del fuoco, perché costretti ad un’azione di forza grave. Ora abbiamo questo incontro in Comune con la Sat ed abbiamo il dovere di credere che ci sia, ancora, un barlume di speranza, ma è chiaro che, se ci rendiamo conto che si tratta dell’ennesima farsa, faremo uno tsunami. Non abbiamo più niente da perdere. Siamo rovinati”. I manifestanti e i dipendenti che hanno perso il lavoro si dicono indignati: “E’ una vergogna. Oggi è stata scritta una pagina pessima della storia del nostro territorio. A perdere, prima di tutto, è stato lo stato”. (a.r.)
 

ULTIME NEWS