Marsili di fronte ad un bivio
di ALESSIO ALESSI
Finalmente è arrivata la svolta che Emiliano Marsili ha atteso con trepidazione un’intera carriera. Il 22 febbraio a Macao (Cina), infatti, incroceranno i guantoni il campione dei Leggeri per la sigla IBF Miguel Vazquez (33-3, 13 KO) e il russo Denis Shafikov (33-0-1, 18 KO).
Ciò vuol dire che, salvo rivincite, chi uscirà con la cintura alla vita da questo confronto, se la vedrà con il vincente della semifinale mondiale, la quale opporrà i due pugili che dopo di loro occupano i gradini più alti della International Boxing Federation: Emiliano Marsili (28-0-1, 12 KO) e John Molina (27-3, 22 KO).
Il manager del pugile di Civitavecchia, Cristian Cherchi, ha fatto chiarezza in merito alla situazione:
«Il regolamento della IBF dice chiaramente che lo sfidante ufficiale del campione in carica deve uscire da una semifinale mondiale tra i due pugili che occupano le posizioni più alte del ranking. Ora, insieme a mio padre Salvatore e ad Emiliano, decideremo se difendere l’Europeo contro il francese Mezaache o puntare dritto alla semifinale della International Boxing Association».
La sua opinione, ovviamente l’ha espressa anche Emiliano Marsili:
«Combattere per un Mondiale significherebbe realizzare un sogno, ma prima di arrivare a tale appuntamento dovrò difendere con successo l’Europeo dall’assalto del francese Mezaache o battere Molina nella semifinale IBF. Valuterò insieme al mio procuratore l’opzione migliore, ma le priorità sono due: andare avanti nella mia scalata sportiva e mettere in tasca finalmente qualche euro, visto che mi sono stancato di essere preso in giro e combattere gratis».
Intanto il pugile di Civitavecchia, senza pensare troppo agli incastri temporali e alle dinamiche economico-politiche del mondo della noble art, da marzo ricomincerà a fare ciò che gli riesce meglio: prepararsi per non sporcare il suo immacolato palmares e mettere l’ennesimo tassello ad una carriera che a breve potrebbe regalargli la soddisfazione sportiva più grande della sua vita.