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Collaborava con il giornale Shaker, scriveva dei senzatetto

Passione innata per la poesia

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SANTA SEVERA – «La mia vita è un libro che non leggerete mai»’.
Così si presentava su facebook Luigi Solano, riprendendo anche un’altra frase tratta da Libera di Renato Zero «‘non avete amato tanto e poi non conoscete lei»’. 
Eppure qualcosa di lui è ancora possibile leggere sul web: Luigi circa cinque anni fa aveva avviato un percorso di recupero, iniziando a collaborare con Shaker, il primo freepress italiano scritto dai clochard, diretto da Alessandro Radicchi.
Scriveva prevalentemente poesie, esprimeva in quei versi tutto ciò che aveva dentro: il suo modo di coinvolgere gli altri nella sua vita.
Basterebbe scorrere le pagine del web in cerca di un suo articolo e leggerlo, per capire che si sta parlando di un giovane colto, amante del sapere.
Spesso descriveva situazioni vissute da altri senzatetto, accendeva un riflettore sulle vite degli invisibili, evitando di prendere troppo sul serio una vita, la sua, che tuttavia amava.
Toccante il suo articolo di qualche anno fa, in cui Luigi raccontava la vita di Milko, senzatetto bulgaro definito “il barbiere di via Sapri”, perché quest’uomo viveva come una missione l’arte di tagliare i capelli al costo simbolico di due euro.
«Tuttavia le sue qualità morali –scriveva su Shaker – ci fanno pensare all’esistenza di una seconda immigrazione: quella degli animi, della voglia di fare bene».
Per non parlare di una commovente poesia dedicato al figlio appena nato: ‘«Sarei, sarai come il vento libero e felice, come il mare forte ed errabondo, come il sole bello ed accecante, come la terra patria esilio, come musica, unica, vera fonte d’ogni bene, sorgente di pietà».


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